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Monteferrante: «Non si affrontino con marginalità cognitiva le ragioni del nostro territorio»

Il riferimento al convegno 'Vastese terra di nessuno'

a cura della redazione
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Agostino Monteferrante, da poco dimessosi da segretario del Partito Democratico di San Salvo, torna sull'iniziativa Vastese terra di nessuno, sottolineando l'importanza della Trasversale Trignina nello schiacchiere economico abruzzese. Il riferimento è all'ex-sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, che in occasione della stessa iniziativa aveva puntato i riflettori sull'importanza della fondovalle Sangro.

Scrive Monteferrante: «A margine di un convegno sul Vastese leggo dai resoconti giornalistici che "La fondovalle Sangro, è un indiscusso punto di forza e dev’essere potenziata perché collega due mari e tante realtà importanti. Va condotta una battaglia suquesto argomento, incontrando le popolazioni coinvolte. Quello dei trasporti è l’unico settore dove l’offerta genera la domanda".
Premesso che la fondovalle Sangro è certamente un asse strategico regionale, che un suo potenziamento certamente gioverebbe all’economia abruzzese con benefici sia per l’interno Sangro che per la costa, sia verso Sud che verso Nord, il Vastese ha il dovere di sostenere tra le priorità strategiche di questo territorio e della Regione Abruzzo la messa in sicurezza e il potenziamento della trasversale Trignina, asse sul quale si regge la sopravvivenza di tutte le nostre zone interne e sul quale abbiamo costruito negli anni la nostra strategia territoriale fino a denominare il patto territoriale 'Trigno-Sinello'.
Consideratoche da tempo siamo impegnati nella difesa del porto di Vasto, della nostra ferrovia, nella richiesta di completamento dell’assetto logistico e dell’autoporto e in generale di tutta l’area che viviamo è necessario più che mai ridare peso alle parole che prima o poi diventeranno scelte programmatiche e successivamente, speriamo, scelte di governo.
Se per primi noi affrontiamo con marginalità cognitiva le ragioni del nostro territorio certamente non possiamo pretendere che vengano difese da chi invitiamo a parlarne, rischiando seriamente che alla marginalità delle parole segua il disinteresse nei fatti».

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