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San Salvo Adesso!: «Stiamo cedendo la sovranità del nostro territorio nel silenzio totale»

Intervento sulla riforma dei consorzi industriali

a cura della redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

Sta procedendo senza nessuna discussione cittadina la riforma dei consorzi industriali avviata dalla Regione Abruzzo: in sostanza si attuerà l’unione di sei consorzi regionali  (Teramo, Vastese, Avezzano, L’Aquila, Sulmona, Sangro) eccetto Pescara.
In sostanza le funzioni svolte adesso dai consorzi, per noi il Coasiv, saranno svolte a livello regionale dall’ARAP (Azienda Regionale delle Attività Produttive), con delega periferica alle attuali sedi, con lo scopo di «garantire  servizi alle imprese in maniera omogenea su tutto il territorio regionale». Il nuovo ente sarà dotato di consiglio di amministrazione, nominato dalla Regione, collegio dei revisori, assemblea e avrà sede 'temporanea' a Pescara.

Il fatto è questo: il patrimonio di questo nuovo ente sarà di circa 26 mln, di cui ben 11 proverranno dal consorzio Vastese (a naso patrimonio sottostimato) con una quota del 42% rispetto aquello complessivo che costituirà l’ARAP. Se a questo si aggiunge che la quota della Val di Sangro pari al 22 %, due consorzi su 6 parteciperanno con circa il 65% e la sede sarà 'temporaneamente' e inspiegabilmente a Pescara. Inoltre le convenzioni stipulate da tutte le aziende con i consorzi locali, ad esempio quelle del Vastese con il Coasiv, verranno automaticamente 'adeguate' a livello regionale, comprese le quote di partecipazione alle spese relative ai servizi consortili: così è scritto al momento, a prescindere da valutazioni di legittimità della norma. Anche il ricorso al leasing per le aziende dovrà essere autorizzato a livello regionale, con l’aggravante che in una riforma che passa per «innovativa e per lo sviluppo» resta a carico della società di leasing il canone consortile nel caso chiuda l’attività, rendendo di fatto più difficile l’accesso a questo tipo di locazione finanziaria in un momento in cui il finanziamento bancario è pressoché impossibile. Certamente un innovativo colpo di genio per favorire gli investimenti.

L’aspetto più incredibile però è che i Comuni, che sono soci, insieme agli altri membri (camere di commercio, casse di risparmio ecc.) finiranno per avere occasione di parola solamente presso l’assemblea dei soci con «efficacia consultiva non vincolante», con buona pace per il diritto alla propria programmazione territoriale e della sempre sbandierata sussidiarietà.

Considerato che larga parte del territorio sansalvese è interessato dall’area industriale, quello che sta succedendo rappresenta un’ulteriore cessione di sovranità del nostro territorio, già troppo marginalizzato rispetto al resto della regione, ed un vero e proprio esproprio di un patrimonio per molti solamente ereditato.
Trattandosi di patrimonio e programmazione l’argomento andrebbe discusso in Consiglio comunale, non per una semplice ratifica quando ormai sarà troppo tardi, ma adesso!, con la partecipazione attiva di associazioni di categoria e sindacati. Per questo motivo chiediamo a tutti i consiglieri comunali, in particolare a quelli di nostro riferimento eletti nel PD, di aprire una discussione su questo tema nell’unica sede istituzionale nella quale questa città potrebbe esprimere la propria opinione, così come altre città hanno già fatto o stanno facendo. Certamente, come al solito, anche in questo caso, «i problemi sono altri» ma noi riteniamo comunque che questa questione sia importante.

Agostino Monteferrante

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