Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Agostino Monteferrante: «La classe dirigente storica ha smesso di avere fiducia nel futuro»

L'ex segretario del Pd è stato eletto nell'assemblea nazionale

Condividi su:

'Renziano' della prima ora, Agostino Monteferrante, ieri ha accolto con soddisfazione il largo successo del sindaco fiorentino ottenuto nel seggio sansalvese alle primarie. È doppia la soddisfazione, considerata anche l'affluenza alle urne, forse per alcuni versi inaspettata, visto che è stato necessario stampare nuove schede. In 1.112 sansalve ieri si sono recati al seggio di via delle Rose per scegliere tra Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Giuseppe Civati.

Il primo cittadino di Firenze a San Salvo ha raccolto 726 preferenze; Cuperlo si è fermato a 333, mentre Civati a 49. In tutto il Vastese Renzi è arrivato primo escluso per Lentella (seggio al quale era accorpato quello di Fresagrandinaria) dove si è imposto Cuperlo e Castiglione Messer Marino dove, invece, ha primeggiato nettamente Civati. In totale, nel Vastese, Renzi ha ottenuto il 61,1%.

Oggi abbiamo sentito Monteferrante, coordinatore del comitato 'San Salvo Adesso!', e neo eletto all'assemblea nazionale del Partito Democratico.

Fresco di elezione all'assemblea nazionale, qual è il tuo commento a questo importante risultato ottenuto da Renzi a San Salvo?
I numeri non lasciano spazio alle interpretazioni. Oltre il 65% dei votanti, 726 su 1112 hanno accolto l'invito di San Salvo Adesso! a sostenere la candidatura di Matteo Renzi. Con la metà dei voti Renzi avrebbe vinto lo stesso a San Salvo. Non credo serva altro a commentare un dato chiaro di volontà di cambiamento.
Vorrei aggiungere, che questo risultato è stato ottenuto perchè 726 uomini e donne hanno creduto in un progetto. Abbiamo sentito per troppo tempo parole legate alla estemporaneità del momento, oggi è necessario guardare non al domani ma ai prossimi 20 anni. i miei figli e i ragazzi che compongono il comitato devono credere nel nostro Paese, e ci potranno credere solo se ciò che proponiamo sarà il risultato del lavoro di un collettivo, così come lo è stato il lavoro del comitato San Salvo Adesso!

I netti risultati in tutto il territorio quale messaggio mandano al Partito Democratico del Vastese e della Provincia? E ora cosa cambia?
Questo comprensorio chiede a gran voce un cambio generale di rotta, di metodi, di politica nuova . Questo comprensorio chiede di essere ascoltato, chiede di agire. Siamo un Paese maturo, composto di intelligenze e di maestranze, che propongono soluzioni e che hanno sempre più bisogno di spazi d'azione, stretti da una burocrazia oramai informe o da politici vittime di protagonismi da palco. Le prospettive di sviluppo di una comunità intera, non possono essere prese nei retrobottega di fazioni, che decidono su politiche industriali e ambientali senza tener conto dell'opinione dei propri concittadini e della storia del Vastese.
Il comprensorio è al disastro, molti dei suoi centri più belli, non sono raggiungibili. Essi sono la nostra ricchezza, ed ogni frana è il segno di un maltrattamento che perdura oramai da anni. Non vogliamo aver paura della pioggia, che dovrebbe solo alimentare un'agricoltura più moderna e innovativa. Il problema è economico e come ogni buon padre di famiglia, prima di far mancare qualcosa ai propri figli, la politica deve far mancare qualcosa a sè. Soluzioni amministrative quali la soppressione delle Province o l'unione dei comuni, non andranno a ledere il senso di appartenenza di questa o quella comunità, ma andranno ad eliminare quegli sprechi legati alla conservazione di posti di potere e rendite di posizione, che oggi sono solo la parodia di un mondo finito.

Tu non ti senti parte della dirigenza storica del partito messa in discussione da questi risultati?
Mi sento e sono parte integrante della storia del Partito Democratico, ho preso parte alla sua fondazione, ho conosciuto in questo comprensorio una classe dirigente forte e intelligente, capace di innovare, ma che ad un certo punto ha smesso di avere fiducia nel futuro.
Faccio parte di una generazione che ha iniziato a fare politica quando erano le ideologie a stabilire da che parte stare. I miei 20 anni hanno visto la caduta del muro di Berlino, i miei 30 la caduta delle Torri Gemelle, entrambe risultati di ideologie. Oggi sono un uomo che crede negli uomini e nella loro capacità di elaborare idee, non più legate alle ideologie ma ad un progetto condiviso. Ho scoperto che fuori dalle sedi di partito tra la gente, c'è molta più politica capace di proporre soluzioni.

Condividi su:

Seguici su Facebook