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I ragazzi di San Salvo al campo Scout di Brownsea Park 2014

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Dal 4 all’11 agosto oltre quattrocento ragazzi, dai 12 ai 16 anni, si sono ritrovati al Brownsea Park, una base scout situata nel comune di Villavallelonga, provincia dell’Aquila, a 1.100 metri di altezza e immersa nel Parco Nazionale d'Abruzzo.

Al campo hanno partecipato 50 ragazzi di San Salvo, del gruppo scout della parrocchia San Giuseppe, essi hanno vissuto con entusiasmo otto giorni di avventure, escursioni, missioni di squadriglia, gara di cucina, giochi e tecniche scout e, ovviamente, hanno dormito sotto le tende. Al campo vi è stata la visita del vescovo dei Marsi monsignor Pietro Santoro, che ha presieduto la celebrazione eucaristica ai giovani.

«Per noi scout - dice Aurora - Il campo è l’elemento portante del metodo: ci si prepara per un anno intero a quella settimana d’estate; al campo si mettono in pratica le tante cose, piccole e grandi, imparate durante le attività in sede e le uscite fatte durante il resto dell’anno».

A San Salvo sono da 19 anni che esiste il gruppo scout e oggi conta oltre 100 ragazzi dagli 8 ai 21 anni e il metodo educativo dello scautismo è basato sulla convinzione che il ragazzo vada stimolato ad imparare da solo, spinto dal desiderio e dalla motivazione,  formerà al meglio il suo carattere; il campo estivo è la situazione migliore perché ciò accada.

Luca è entusiasta dell’esperienza fatta a Villavallelonga, ma non nasconde il dispiacere che il suo percorso è giunto al termine dopo 8 anni di attività: «Mi mancherà il reparto, tutti quei lavori, i giochi, i sorrisi, ma anche le sgridate, gli addii, i richiami a non mollare, i ti voglio bene. Niente di tutto questo si può scordare perché mi ha accompagnato in tutta la mia adolescenza».

Per i tanti ragazzi di San Salvo partecipare al campo di Brownsea Park 2014 è tutto fuorché evasione, perché avvicina alla realtà, sia quella interiore che quella esterna.
«Lasciamo il mondo migliore di come lo troviamo - dice Aurora - È questo il nostro impegno emerso da questo campo, che è stato anche giocare e conoscere ragazzi che credono negli stessi valori, ma soprattutto, ancora una volta, è stato riconfermato che lo scoutismo non è solo stare insieme, ma uno stile di vita».

Anche la mamma di due ragazzi, Christian e Gaia, è entusiasta di questa esperienza: «Questo campo ha fatto crescere i miei figli. Li vedo più autonomi e sicuri di sé. Non si staccavano mai dai videogiochi o dall’inseparabile telefono; ora li vedo tornare dal campo fieri di essersi liberati di questi beni e nei loro occhi si legge la voglia di vivere e stare insieme agli altri. Il gruppo è una seconda famiglia, con i loro capi, sempre pronti ad aiutarli e a sostenerli in ogni momento, sono dei punti di riferimento davvero importanti. Un grazie di cuore a Daniele, a Isabella e Don Raimondo e a tanti di loro, per aver reso possibile tutto questo».

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