Era il 30 dicembre quando denunciavamo sul nostro sito lo stato di abbandono delle nostre campagne. Documentammo lo stato di abbandono dei canali di scolo, lo stato delle strade interpoderali ridotte a mulattiere, dando voce ad un nostro lettore, preoccupato per i danni che tale situazione avrebbe potuto arrecare ai suoi terreni in caso di allagamenti.
Oggi purtroppo ci tocca documentare, ciò che allora era solo un timore. Gli allagamenti si sono verificati. Vigne, uliveti, sono sommersi dalle acque piovane.
La situazione dei nostri contadini, ridotti a margini di guadagno ridicoli, in casi come questi vanno in perdita, rendendo sempre più difficile continuare a mantenere produttivo il proprio lembo di terra. Il pagamento di tasse e di contributi dovuti ai consorzi, che dovrebbero garantire quei servizi necessari a far sì che tutto ciò non avvenga, risulta essere sempre più ingiustificabile, dato lo stato delle cose. L'unica strada percorribile sembra essere quella dell'abbandono della coltivazione dei terreni, atto che creerebbe un danno non solo ai singoli ma all'interà comunità . Convegni, tavole rotonde, tendono a porre in primo piano l'agricoltura e le sue eccellenze, come fattore trainante della nostra economia regionale, ma purtroppo sono tutte argomentazioni che rimangono sui tavoli di lavoro. Lo stato di fatto purtroppo, ci pone davanti una situazione ben diversa. Tutto ciò non può essere imputabile solo alla pioggia.