Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Convegno: 'Viaggio nelle case di internamento in Abruzzo'

La scuola media Salvo D'Acquisto ospita Litterio e Colacillo

Condividi su:

Nella mattinata di oggi, martedì 17 febbraio, presso la palestra della scuola media Salvo D'Aquisto si è svolto, con la presenza delle classi terze dell'istituto il convegno dal titolo 'Viaggio nelle case d'internamento d'Abruzzo'. Per condurre i giovani ragazzi alla scoperta dell'esistenza di questi luoghi di detenzione sono intervenuti l'ex preside Domenicangelo Litterio e il dottor Pino Colacillo. Mediatore della manifestazione il giornalista Giuseppe Ritucci.

Il convegno è stato aperto con la visione di un video concernente i lavori svolti, relativi alla Shoah e all'olocausto ebraico, dagli alunni della scuola media. Al termine del filmato ha preso la parola Giuseppe Ritucci presentando brevemente il prof. Litterio ed il dottor Colacillo e facendo presente che, le case di detenzione, erano presenti non solo nell'alto vastese ma anche nella zona costiera della stessa Vasto. Ha preso poi la parola il prof. Litterio 'prendendo per mano' i ragazzi e conducendoli all'interno del secondo conflitto mondiale e tutto ciò che ha comportato nelle nostre zone. Il discorso è stato inizialmente ampio per rendere a pieno l'idea degli eventi susseguitisi nel corso del conflitto, per poi arrivare alla descrizione dei campi d'internamento italiani che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, non avevano molte similitudini con più famosi lager tedeschi. Si trattava, al contrario, di case private, talvolta alberghi, messi a disposizione di oppositori politici o ebrei. L'intervento si è concluso con un elenco dei comuni, tra cui anche Castiglione Messer Marino, che ospitarono questo tipo di abitazioni.

Il fulcro del convegno è stato l'intervento del dottor Pino Colacillo che ha illustrato, attraverso la proiezione di documenti di archivio, le condizioni di vita degli internati. I prigionieri in queste zone di certo non potevano soffrire quanto i deportati del nord Italia, tuttavia non mancavano le difficoltà. Colacillo ha spiegato che, nei fascicoli da lui consultati, risultano esserci prigionieri definibili 'internati liberi' o sottoposti a 'confino politico'. Il confine tra le due definizioni appare da subito labile quello che importa sono, tuttavia, le condizioni di vita a cui andavano incontro gli internati. Non erano sottoposti alla detenzione forzata ma avevano una certa libertà di movimenti all'interno del comune che li ospitava. Non potevano chiaramente avere contatti con il mondo esterno attraverso apparecchi di comunicazione ma, in una fascia oraria ben precisa, potevano tranquillamente muoversi nel paese in cui erano costretti a vivere. Ognuno di loro era comunque schedato e identificato attraverso la 'Carta di soggiorno' che riportava le loro generalità. La burocrazia era farraginosa e, anche per questo motivo, diventò un problema anche il fattore economico visto che i sussidi vennero erogati con il contagocce così come le eventuali cure mediche. Era inoltre previsto un iter burocratico ad hoc per le unioni matrimoniali possibili solo tra individui di una stessa 'razza'.

Il convegno ha preso poi la via della conclusione con gli interventi di alcuni alunni della Salvo D'Aquisto e con i saluti finali del dirigente scolastico Anna Paola Sabatini.

Condividi su:

Seguici su Facebook