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“Pane, amore e fantasia”

Alla riscoperta delle merende di una volta

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Sempre più bambini hanno problemi di sovrappeso. Dato questo confermato da recenti indagini statistiche condotte dal Censis. E sempre secondo questa indagine,  l'‪‎Abruzzo è una delle regioni italiane con il più alto numero di bambini in sovrappeso.

Gli esperti suggeriscono di spingere, fin da piccoli, i nostri bambini a sviluppare buone abitudini alimentari e praticare costantemente attività fisica.

La vita moderna spinge verso il consumo delle merende preconfezionate. Sono indubbiamente molto comode poiché compri, anche il largo anticipo, e poi basta che la metti nello zaino o la proponi negli orarti degli snack. Ma questa cattiva abitudine viene sempre più condannata dai nutrizionisti poiché si tratta di almenti ricchi di grassi saturi e zuccheri.

Le alternative sono sicuramente molto meno comode e consistono in dolci fatti in casa con grassi vegetali, frutta o “pane (fresco), amore e fantasia”.

Bisogna in sostanza riscoprire le merende dei nostri nonni. Nelle loro case non mancava mai il pane e talora anche l’impasto del pane. Il companatico per eccellenza era l’olio di oliva e poi si aggiungeva o zucchero, o sale, o pomodoro spremuto o a fette e sale, o sale o rigano. Se capitava del pane raffermo, si bagnava il pane e si aggiungeva olio e altri ingredienti. Nella versione bagnata, la crosta diventava davvero eccezionale e riusciva a esaltare gli altri sapori.

E poi c’era pane e uva e pane con fichi freschi o cachi maturi  spalmati. Gli adulti usavano anche il pane inzuppato nel vino, merenda questa molto comoda quando si andava in campagna.

La colazione era quasi sempre pane inzuppato in una tazza bollente di acqua e orzo. Era questa una preparazione abbastanza laboriosa. L'orzo non era di quello solubile ma aveva una macinatura grossolana e veniva aggiunta all' acqua in ebollizione. Quando si aggiungeva la polvere si doveva abbassare la fiamma perchè tendeva a traboccare dalla pentola. Bisognava lasciarlo un pò sul fuoco affinchè l'acqua si insaporisse. Più tardi è arrivato anche il cacao e talora si bolliva acqua e cacao o il latte con orzo o cacao.

Mia mamma mi raccontava che la sua merenda per la scuola era la cosiddetta “piscella frett”(pizzetta fritta), che altro non era l’impasto del pane (a casa sua non mancava mai), modellato come una focaccina sottile di una decina di centimetri di diametro e mezzo di spessore, fritto da ambo i lati e poi cosparso con lo zucchero. Per altri suoi coetanei la merenda era costituita da un pugnetto di fichi secchi. Ovviamente non mancavano gli scambi di merende!

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