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Sulla sicurezza e sulle pene

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Assistiamo con una certa frequenza a episodi di violenza. Siamo costretti a subirli passivamente quasi fossero eventi naturali ai quali non si può sfuggire. Il problema non riguarda solo la nostra comunità ma l’intero territorio nazionale per cui si spera sempre che le istituzioni prendano provvedimenti per attenuare i disagi. Ma il ripetersi di effrazioni e scippi dimostra che lo Stato ha un bel da fare a mettere mano alla delinquenza. C’è chi crede, con un furbesco scaricabarile e credendo che le sue negligenze siano state dimenticate, di potersi chiamare fuori solo perché momentaneamente non ha l’onere di amministrare.

Le responsabilità sono delle famiglie e delle istituzioni.

Da troppo tempo si crede che rincorrere il benessere possa essere lo scopo principale della vita e che per l’educazione dei figli bastino i ritagli di tempo. Non è così. Anche se in molti casi per vederli crescere bene è bastato il buon esempio in tanti altri casi sarebbe occorso più tempo per seguirli. Ora la situazione si è deteriorata e per riavviarla verso una qualche normalità occorre una forte determinazione da parte di tutti. Serve che i genitori tornino a considerare l’insegnante il preposto alla formazione dei propri figli e non la persona da avversare o addirittura minacciare per qualche punizione o per aver impedito ai propri figli atteggiamenti poco consoni ad un ambiente scolastico. Se per raggiungere certi scopi serve ridare una maggiore autorità all’insegnante ben vengano iniziative in tal senso. Ridare autorità all’insegnante significa restituirgli il rispetto e la considerazione che merita per il ruolo che svolge e non altro ed è abbastanza urgente, a mio parere, che ciò avvenga. Ovviamente per l’insegnamento occorre una accurata selezione e conseguentemente una più appropriata valorizzazione del lavoro degli educatori da parte dello Stato visto che stiamo parlando di persone preposte al gravoso e importante compito di formare le future generazioni. Solo l’insegnante innamorato del proprio lavoro e profondamente convinto di avere una missione da compiere può riacquistare autorevolezza presso i suoi discepoli. Nella popolazione scolastica ci sono elementi poco rispettosi dei propri educatori anzi certi episodi confermano che in quegli ambienti la maleducazione è abbastanza diffusa cosicché spesso le mele marce fanno marcire l’intero paniere. 

Quanto ai delinquenti già ben avviati sulla strada dellla malvivenza credo che occorra un giro di vite. Non è più possibile che una comunità, dopo aver adempiuto al proprio dovere di contribuente, debba costantemente essere assillata dalla paura di dover subire violenza. Non si può arrivare a temere ritorsioni dai propri violentatori perché troppo spesso vengono rimessi in libertà per via delle leggi troppo permissive. Non è accettabile che si inscenino scioperi e si prendano posizioni contro il sovraffollamento delle carceri per fare pressione sul parlamento senza prima considerare che il problema, ancorché importante e perciò stesso da risolvere, non può essere considerato più importante della sicurezza dei cittadini. Peraltro al sovraffollamento si può sopperire sollecitando il governo, magari usando gli stessi mezzi di protesta, affinché metta mano alle numerose strutture iniziate e mai finite sparse su tutto il territorio nazionale oppure costruirne di nuove. Anzi, sarebbe opportuno che l’esecutivo riuscisse a risalire e perseguire i politici che hanno promosso quelle dispendiose e incompiute “opere d’arte” perché alcuni di loro potrebbero essere ancora in parlamento e magari hanno anche la spudoratezza di ergersi a moralisti nelle varie apparizioni televisive.

Quindi certezza della pena e rieducazione che non può voler dire far bivaccare i malviventi a nostre spese in carcere ma obbligarli ad un salutare lavoro giornaliero per pagarsi il vitto e l’alloggio.

E infine bisogna considerare che la speranza di recuperare chi delinque si nutre di buoni esempi. Le nostre tasse debbono servire soprattutto a creare lavoro specialmente per i giovani che spesso sono facili prede della delinquenza. Ma se negli enti pubblici e del parastato si annida una moltitudine di disonesti dove funzionari pagati profumatamente non disdegnano di farsi trovare con le mani nella marmellata, se una volta scoperti a rubare non si procede al recupero del maltolto e a infliggere loro pene esemplari, se nelle amministrazioni non prevale il dialogo ma lo scontro per partito preso e chi è all’opposizione pur di contrapporsi mostra di avere soluzioni a tutto salvo poi deludere quando ridiventa maggioranza, se non si rimandano a casa i tanti imboscati nelle inutili municipalizzate sparse sul territorio nazionale, se la Camera e il Senato  della Repubblica si trasformano da luoghi del dialogo a luoghi di scontro dove ci si abbandona spesso ad un linguaggio da scaricatori di porto e ad atteggiamenti violenti indegni del ruolo che immeritatamente si ricopre, se amministratori disonesti violentano il territorio e non ne pagano le conseguenze anzi vengono soccorsi da politici altrettanto disonesti che per racimolare consensi condonano tutte le malefatte tanto poi, quando fiumi e torrenti straripano riprendendosi il maltolto e le frane distruggono le case costruite su terreni geologicamente instabili, si può sempre avanzare la richiesta di calamità naturale a carico della comunità nazionale. Insomma se tutti questi fatti accadono con una frequenza impressionante e non si trova il coraggio di fare una salutare pulizia dei tanti mangia pane a tradimento che saccheggiano le casse pubbliche non si vede da dove dovrebbero trarre il buon esempio i malviventi incalliti e gli apprendisti scippatori.    

Diversi anni fa un presidente della Repubblica invitò gli italiani ad esporre il Tricolore in tutte le case. Credo che il messaggio fosse quello di farci sentire più coesi e più rispettosi dello Stato. A giudicare dai fatti che sono accaduti negli ultimi lustri quel messaggio non è stato recepito. Fino a quando politici, amministratori e cittadini non realizzeranno che lo Stato è di tutti e che la contrapposizione per partito preso non ha mai portato a nulla di buono la malvivenza continuerà a prosperare.                   

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