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Festa della Liberazione l'eredità di una data

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Sono passati 71 anni da quel giorno, in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l'insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», 

«Arrendersi o perire!» fu la parola d'ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La lotta partigiana iniziò l'8 settembre 1943, contro il governo fascista e le forze nazifasciste, quando venne firmato l'Armistizio di Cassibile in cui si proclamava la cessazione di "ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo". 

In Abruzzo nacquero diverse formazioni partigiane, la più importante fu la "Brigata Majella", che raggruppò uomini e donne desiderosi di liberare la propria terrà. Diverse furono le loro azioni che contribuirono a liberare la nostra terra e di supporto agli alleati, in un territorio che soprattutto d'inverno era ostile. 

Il 25 aprile non è una festa qualunque, è il ricordo della capacità degli italiani di saper riconquistare la propria libertà, di saper resistere all'oppressore. Segnò la fine di cinque anni di guerra, la fine del ventennio fascista. Un popolo prese coscienza della propria capacità politica, segnando le basi della nascita della nostra Repubblica e tra gli uomini della Resistenza coloro che avrebbero scritto e applicato la nostra Carta Costituzionale.

Fu la data che segnò la consapevolezza degli italiani di essere non un popolo "suddito", ma cittadini con "doveri e diritti".

Buona Festa della Liberazione a tutti, sempre più coscienti di questa eredità.

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