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Il cordoglio

Il messaggio di condoglianze per la morte di Antonio Perrucci e Domenico Napolitano

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"Voglio fare le mie condoglianze sia alla famiglia la moglie e i figli di Antonio Perrucci, eravamo amici da quando eravamo piccoli e siamo andati insieme anche a scuola alla terza elementare. Invio le mie condoglianze e quelle di tutta la mia famiglia anche per zio Mimi Condoglianze e alla sua famiglia". (Donato Camicia from London).

Questo il messaggio che è arrivato alla nostra redazione da Londra. Cosa ha di diverso rispetto alle decine di messaggi che saranno arrivati alle famiglie Napolitano e Perrucci? Giungono da Donato Camicia, figlio di Carlo Alberto Camicia. Costretto come tanti sansalvesi, ad emigrare per cercare lavoro, è rimasto in una nazione straniera, ma il cuore i ricordi rimangono nel nostro piccolo angolo d'Abruzzo. Carlo Alberto Camicia, fu uno dei cosiddetti "personaggi" della nostra città, che pochi oggi ricordano.

I papà di Donato e zio Mimì, Carlo Alberto Camicia e Sebastiano Napolitano, furono due colonne portanti della rinascita politica della nostra città come ci racconta Giovanni Artese nel suo libro sulla Storia di San Salvo: "A San Salvo l'organizzazione della sezione comunista era iniziata subito dopo la Liberazione. Raccolto il denaro necessario con una colletta, nell'inverno del 1943 i militanti locali utilizzarono un camion in servizio militare, per inviare a Bari un loro compagno Carlo Alberto Camicia col compito di prendere contatti con i dirigenti nazionali e quindi avviare l'iscrizione con le tessere "Amici dell'URSS". Il 23 luglio 1944 nella casa di Sebastiano Napolitano si forma un comitato per la fondazione della sezione. Questa venne ufficialmente inaugurata alla presenza di delegazioni comuniste giunte da Vasto, Montenero di Bisaccia e con la partecipazione di buona parte di popolo e il 29 ottobre dello stesso anno fu nominato il primo segretario, proprio il contadino Carlo Alberto Camicia".

La sede del partito fu per decenni nella casa di Sebastiano Napolitano, fino a quando grazie anche a zio Mimì e a tanti compagni, venne costruita la nuova sede che tutto'ora esiste in via delle Rose numero 7.

Carlo Alberto e Sebastiano furono tra i fomentatori degli scioperi per le terre del Bosco Motticce nel 1950, le cui terre vennero successivamente distribuite, migliorando l'esistenza di decine di famiglie. Furono uomini d'opposizione, vigile e costruttiva, che hanno in quegli hanni, contribuito alla crescita della nostra città.

Ci sono affetti e sentimenti che superano gli anni, Donato Camicia ce lo ha ricordato.

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