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Una ricercatrice di talenti territoriali si è innamorata della nostra San Salvo

Il giro del cappero, iniziative virtuose alla scoperta delle peculiarità d'Abruzzo

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Tutto inizia da una condivisione su facebok. Protagonista del contatto è un articolo sulla Masseria Zinni apparso su Il Giro del Cappero. Nel leggerlo viene spontaneo pensare “che bella descrizione” e nella consapevolezza che un commento positivo sincero fa sempre  piacere, non potevo no complimentarmi con l’autrice, Mariagrazia Innecco. Le chiedo l’amicizia e le invio un messaggio privato per complimentarmi per la bella descrizione. Dopo qualche giorno mi invia una richiesta di contatto telefonico e mi racconta della sua presenza a San Salvo nel periodo dei festeggiamenti in onore di San Vitale. Nel giorno delle sagnitelle si ritrova quasi per caso, ma  in pole position ad ammirare la sfilata dei carri e a gustare le sagnitelle nel tavolo del sindaco e degli assessori e a sentirsi come a casa. Nella telefonata ha elogiato tante cose belle di San Salvo, soprattutto le persone e della festa di San Vitale e in particolare ha nominato la “Giostra della memoria”, come un eccezionale patrimonio storico culturale.

Prima di concludere la telefonata, le sue testuali parole sono state “San Salvo è un tesoro che bisogna valorizzare e far conoscere in tutto il mondo”.

Di seguito riporto l’articolo che ha generato l’inizio di una nuova amicizia.

Sua Maestà il Carciofo – Masseria Zinni (San Salvo-Chieti)            

Pubblicato il 26 aprile 2016 di girodelcapperocom

Sono stata quattro giorni a contatto con una realtà che avevo solo parzialmente intuito ma che nei fatti si è rivelata molto più intensa e sapida di quanto avessi previsto. Sono fatta così: quando una situazione mi attrae creo velocemente le condizioni perchè si possa anche manifestare, visto che non mi piace perdere tempo quando ci sono buone premesse perchè qualcosa accada e si materializzi.

Nel caso particolare è stato un intero paese ad attrarre la mia attenzione. Mentre scrivevo della tappa n. 40 dedicata a San Salvo, continuavo a sentire un richiamo forte e per certi versi anche imperioso. Dovevo andare di persona a conoscere spazi e persone capaci di evocare tanta energia. Non è stato difficile conciliare le reciproche esigenze logistiche. Ed eccomi immersa in una dimensione inconsueta, subito accolta come amica di vecchia data, perfettamente a mio agio e soprattutto molto serena.

A un primo sguardo la Masseria Zinni non è molto diversa da una casa colonica così come chiunque sia stato in campagna può immaginare. Erano costruite secondo lo stesso schema in tutte le regioni italiane: essenziali, grandi, perchè ci stava più di una famiglia, con i campi attorno, una bella aia per lavorare i prodotti, ma anche per fare festa tutti assieme in tanti momenti dell’anno. Ecco tutto questo c’è ovviamente. Ci sono anche 4 cani e un gatto, un po’ di sano disordine, e se piove arrivano le pozzanghere. Ma non basterebbe.

Ci sono Angelo, Maria Antonietta, Massimo, Elena che insufflano il loro modo di essere a queste pareti e a questi campi, dando loro un calore e un sapore che non ho mai provato sin qui; lavorando molto, ma anche sapendosi fermare per accogliere chiunque arrivi, sempre pronti al convivio e allo scambio. Rara dote. Forse stanchi a tratti, preoccupati, o magari proprio tristi per la morte di un cucciolo di labrador che non è riuscito a diventare abbastanza grande per vivere. Ma comunque sempre sorridenti e ospitali.

Loro sanno sorridere anche ai prodotti del loro lavoro. Li rispettano e onorano con consapevolezza. Non ne sprecano nemmeno uno e quel che non viene venduto appena colto oppure consumato in famiglia o con gli amici, viene conservato in modo sapiente e naturale, in modo che resti il più possibile identico a come era appena raccolto. Non sono entrata in dettagli tecnici, non so quanti quintali di ortaggi producono. Francamente non mi interessava. Ho però conosciuto di persona il Re della loro produzione: il carciofo di Cupello, una delle 90 qualità di carciofo che si producono al mondo, e che proprio in questa zona, e solo in questa, alligna festoso.

E’ piccolo, tondino, perfetto nella sua disarmante bellezza. Violaceo e praticamente così giovane e fresco da non avere la barba. Le bimbe di questa zona imparano presto dalle mamme e dalle nonne a cucinarlo in mille modi diversi e in questa stagione è il piatto forte di tutti i pasti, perchè non ci si riesce mai a saziare di tanta bontà, non viene mai a noia. (Ho parlato delle bimbe, ma forse sbaglio: tutti lo cucinano. Ho incontrato tanti ragazzi che sanno cucinare bene da queste parti, e molti scelgono proprio stare in cucina per professione.)

In Masseria nulla viene sprecato: tutto ciò che non viene venduto o consumato viene velocemente “curato” e “ricoverato” in grandissimi barattoli di vetro, dove i cuoricini bianchi e perfetti vengono messi sotto acqua e pochissimo olio. Non posso descrivere la sensazione che ho provato assaggiandoli. Vi sembrerei esagerata e perderei credibilità per il futuro.

Non vi resta che provarli di persona. In che modo?  Io non ve lo dico, ma sappiate che non troverete solo carciofi!

Mariagrazia Innecco

Foto di Antonio Longhi

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