Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

“Francesco suona la sveglia: niente cristiani radical-chic, siamo tutti missionari”

Commento al vangelo

Condividi su:

Francesco suona la sveglia: niente cristiani radical-chic, siamo tutti missionari”. I giornali, a volte, riportano con grande enfasi le parole di Papa Francesco. Eppure, il Papa non fa altro che ripetere quello che indica la Parola di Dio! Come afferma Gesù nel Vangelo di oggi, Pentecoste, il Papa e con lui ogni vescovo e sacerdote, agisce come lo Spirito Santo: “Vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto” (Gv 14,26). Vi ricorderà!

È questa la funzione dello Spirito Santo a Pentecoste: porta al nostro cuore i doveri della vita cristiana. Che sono quelli della vita di fede, della testimonianza coraggiosa, dell’impegno. Lo dice Papa Francesco, e tutti si sorprendono! Lo dice il Vangelo… ma noi ormai ci abbiamo fatto il callo! Eppure la parola di Dio è pronunciata perché operi. Non è proclamata per trasmettere informazioni, né solo per produrre un possibile senso della vita. La Parola di Dio è, prima di tutto, dono di una Presenza. Si rivolge a me e mi raggiunge nella mia interiorità emozionale. Mi tocca e mi trasforma perché apre un orizzonte che non sospettavo, che non sapevo neppure di attendere. È anche tagliente: chiede risposte che io solo posso dare, ma anche un appello che è sempre in eccesso rispetto a quanto riesco a rispondere.

Nò ai cristiani da salotto che hanno paura di testimoniare”. “La fede non può essere part-time”. Non si può essere cristiani di “facciata” o di “circostanza”.  “Tra i cristiani ci sono mummie spirituali”. Cristiani che “camminano, ma non sanno dove vanno: sono erranti nella vita cristiana, vagabondi. Quella chiamata di Gesù l’hanno persa”. “Si truccano, si truccano da buoni, fanno la faccia da immaginetta, pregano guardando al cielo, facendosi vedere…, e si vantano di essere buoni cattolici perché hanno conoscenze tra benefattori, vescovi e cardinali”.

La Parola di Dio è materia incandescente! Purtroppo la liturgia della Parola rischia di passare veloce, distratta e disattesa, scadendo in semplice lettura o degenerare fino a diventare “parlata” irriconoscibile. Perciò si rischia di non creare un incontro di non celebrare una Presenza. San Paolo ci ha ricordato: abbiamo ricevuto uno Spirito di vita; uno Spirito di forza, di coraggio, non da schiavi … E la Sequenza parla di calore, di fuoco. Il fuoco dello Spirito è una fiamma che incendia il cuore e lo fa ardere di sete inestinguibile.

Fuoco che mai si spegne, fiamma d’amore che si alimenta del suo stesso soffio e che nessuna acqua può spegnere. Bruciare di santa irrequietezza e non trovar pace finchè tutto non è incendiato a sua volta da questo fuoco che ci consuma. Accesi dal fuoco dello Spirito, ci possiamo avvicinare alle cose di Dio e sentire che questo fuoco arde sempre più e accorgerci che non siamo consumati, ma sempre più accesi.

È sempre lo Spirito che accende in noi il fuoco dell’amore, e quest’amore, che partecipa dell’amore divino, è amore di compassione, di simpatia, d’intima commozione per il bisogno dell’altro. È sentire dentro un ardore che non ha tregua, finchè al bisogno dell’altro non si è trovata risposta. Lo Spirito di Dio rende possibile in noi quello che, lasciati soli, ci sarebbe impossibile: avere in noi gli stessi sentimenti di Cristo e poter così avere parte con Lui alla diffusione della misericordia del Padre. Il fuoco dello Spirito ci fa comprendere che Dio non è un tranquillante.

Chi crede in Dio non può dire di aver trovato finalmente la serenità, ha risolto tutti i suoi problemi, avere una gioia perfetta, dormire sonni tranquilli. No, Dio non lascia in pace. Dio non può mai essere una sistemazione. Dio opera lacerazioni, crisi. E se un cristiano non si sente in crisi, c’è il pericolo che la sua esistenza sia, come ha detto qualcuno, “banale, fatta di tranquillanti, pacioccone e d’infantilismo inaccettabile”. Così racconta la propria conversione, un famoso scrittore: “Dio è violento, spezza il cuore, nel 1920 ha spezzato il mio per entrarci” (Julien Green). E il cantautore Roberto Vecchioni, che ha riscoperto la fede nell’aldilà che comincia nell’aldiquà, confessa: “L’incontro con Dio mi ha cambiato la vita”.

Accettiamo il Vangelo. Chiediamo allo Spirito Santo che il Vangelo penetri nella nostra vita, e che la nostra vita entri nel Vangelo. È secondo il Vangelo che saremo giudicati, non se avremo ascoltato la parola di altri maestri. Assimilare il Vangelo: per un cristiano non è materia “facoltativa”. Il fuoco dello Spirito possa accendersi sempre più in ognuno di noi, e la bruciante parola del Vangelo possa giungere a ogni uomo.
 

Condividi su:

Seguici su Facebook