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Ad un anno dalla morte di Leone Balduzzi nel ricordo della figlia Angiolina

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Leone Balduzzi (San Salvo, 25 aprile 1926- San Salvo, 19 agosto 2015) noto anche come Lillino, è un poeta, scrittore e musicista italiano. Interprete e rinnovatore di motivi tradizionali, quali “lu Sandandonje”, è stato il fondatore del primo Complesso Bandistico locale, “Città di San Salvo”, nonché autore di diverse canzoni in vernacolo fra cui spicca “Santi Salve Belle”, vero e proprio inno all’emigrante sansalvese.

Leone Balduzzi appartiene ad un’antica famiglia di bottegai. Il  nonno, ebanista e friulano d’origine, apre nel 1830 il primo esercizio commerciale di San Salvo, ai tempi di stampo prettamente agricolo.

Verso fine Ottocento la bottega originaria viene ampliata dal padre Angelo, introducendo utensili da falegnameria e attrezzi da calzolaio e al contempo assunse forme di drogheria, dove si potevano acquistare generi alimentari e prendere anche il caffè con una macchina a vapore.

Negli anni venti del XX secolo il “Bar Balduzzi” rappresenta con la cantina Pignatelli, un luogo di ritrovo del paese, caratterizzato da un economia agricola, orientata all’autoconsumo. Erano comunque presenti botteghe artigiane e alcuni negozi di tessuti.

Dopo aver svolto diverse mansioni fra cui quella di parrucchiere, sposa nel 1944 Antonietta Terreri.

Dal matrimonio nasce nel 1946 la figlia Angiolina e nel 1951 il figlio Ivo.
Ed è proprio grazie alle capacità imprenditoriali della moglie Antonietta, che avviene alla fine degli anni Quaranta l’evoluzione della famiglia Balduzzi, specializzandosi nel settore merceria e chiudendo al tempo stesso lo storico Bar, di valore più affettivo che economico.

Le richieste di corredi, nel periodo in cui alla base dei contratti matrimoniali vi era la dote, venivano soddisfatte dalla nuova attività.

Siamo negli anni della seconda guerra mondiale. Le partenze per il fronte e il clima di instabilità che si respira ovunque cambiano la situazione sociale ed economica del paese, in cui è forte il sentimento di perdita e distruzione.

Ed è in questo periodo che emerge in Leone Balduzzi una sensibilità d’animo e un attaccamento ai concittadini della sua amata San Salvo fuori dal comune. La sua forte passione per la poesia e la musica lo portano al tentativo di riscoperta delle tradizioni paesane interrotte dalle mutate urgenze post-belliche.

“Dopo la guerra, gli anziani non ci pensavano più, ed io, che invece ero ragazzo, avevo capito che era una cosa bella, e ho cominciato a fare il testo e la musica e ho ricominciato a dare vita ad una tradizione che era prima di noi…. Io ho fatto sto Sant’Antonio e l’abbiamo rinnovata”.

Alla fine degli anni Quaranta Leone si reca dagli anziani del paese per farsi raccontare i riti e le usanze vissute negli anni della sua infanzia, oramai in declino. Compito arduo, che necessitava della giusta ermeneutica da parte sua e dei suoi compagni di ricerca.

“Prendevo qualche vecchietto in campagna e mi facevo cantare. Io ho cercato di capire….Che poi per fare i vocaboli, non era facile! Perché cercavo aiuto da tutti quanti e dicevo: “Scrivili”, ma quelli erano analfabeti, stavano in campagna e se li inventavano e io facevo fatica….”

Così si interessa allo studio del vernacolo, recuperando canti relativi alle attività lavorative quotidiane, alla sfera religiosa e ai cicli della vita come le ninne nanne canti nuziali, di ballo e lamenti funebri.
Siamo agli inizi degli anni cinquanta. Leone e il suo circolo si organizzano per rivitalizzare la tradizione di “Sand’Andùnie” , legata a Sant’Antonio Abate. Il santo è particolarmente apprezzato dai contadini abruzzesi per essere ritenuto il protettore del maiale, alla base dell’economia locale. Le sue celebrazioni, come culto solare dell’inverno legate all’elemento del fuoco, danno vita al cosiddetto rituale delle farchie.
All’imbrunire del 16 Gennaio, enormi fasci di canne tenuti assieme da legacci di vimini, alti fino a 10 metri, vengono incendiati come elemento propiziatorio e biblico, simbolo del suo potere spirituale sulle fiamme dell’inferno.
Ai festeggiamenti sono altresì associate sacre rappresentazioni in maschera accompagnate da canti, in chiave burlesca, con momenti comunitari di consumazioni di dolci e libagioni, per rappresentare scene di vita del santo alle prese con le tentazioni del diavolo.

La tradizione narra che un gruppo di musicisti e cantanti in maschera si recavano davanti alle case degli abitanti del paese, che colti di sorpresa offrivano a loro volta generi alimentari o denaro. Ed è così che il circolo di Leone diede vita alla riproposizione dell’antica tradizione. Fino a quando non fu più sentita dalla gente, come da lui stesso testimoniato.

“Per una decina d’anni è andata bene, io avevo un circoletto dove organizzavamo queste cose, e poi da lì si partiva e si andava davanti alle case a cantare e se ne usciva più affraternati, non è che offrivano chissà quanta roba, dei fichi secchi o quelle cose che avevano. Dopo accadde che non c’era più quell’amore, ora si spende e si va al ristorante”.

All’inizio degli anni Sessanta infatti, in pieno boom economico, nel paese di San Salvo iniziò quella lenta seppur continua espansione, economica e demografica, che trasformò il comune in città di San Salvo nel marzo del 2007.

Nel 1962 su diretta iniziativa di Enrico Mattei, presidente nonché fondatore del gruppo Eni, si decise di creare di comune accordo con l’IRI la SIV (Società Italiana Vetro), allo scopo di sfruttare i giacimenti di metano rinvenuti nell’area del vastese e dare slancio all’economia locale.

“E’ cambiato tutto perché quei poveri contadini hanno avuto quattro soldi. Qui a pochi chilometri hanno trovato un giacimento di metano, ci stava uno dell’Agip….Mattei….e come hanno cominciato sti’ scavi anziché trovare il petrolio hanno trovato il metano ed è venuta l’idea della fabbrica….Certo è cambiato, eravamo tre-quattro mila abitanti, poi siamo divenuti ventimila eh! I figli dei contadini sono entrati alla SIV ed è cambiato”.

Le condizioni di vita migliorarono, anche se il processo di industrializzazione ebbe diverse conseguenze negative, sociali e politiche. Le tradizioni subirono una fase di declino e annichilimento.
Ecco perché Leone fu fra i pochi, se non unico promotore della diffusione culturale in un paese come quello di San Salvo.

Nel 1983 fonda “Città di San Salvo”, il primo complesso bandistico cittadino da lui caparbiamente sostenuto al fine di consentire a giovani talenti musicali di evidenziare le loro qualità, avviandoli agli studi del Conservatorio.
L’empatia dei concittadini nei suoi confronti toccò il punto più alto quando compose, fra i numerosi canti dialettali da lui scritti, Santisalve bbelle, pensando ai compaesani ormai emigrati, scritta da un vero gentiluomo, da chi che con affetto materno pensa a figli lontani, nostalgici del paese natio.
In breve la popolarità del brano fu tale che si decise di trascrivere il canto su una cartolina, inviata in Australia, dove ha costituito il sottofondo musicale dei ritrovi fra compaesani salvanesi in terra straniera.

Leone Balduzzi è fondatore inoltre del Circolo Commercianti 50 & Più Fenacom, organizzazione istituita a favore degli anziani. Per l’occasione compose musica e parole di 50 & Più.

L’umile poeta, come lui stesso si definisce,  quasi a ricambiare il dono che la Madonna gli fece nel lontano 1926, quando sua madre Vitalina lo portava in grembo, è autore di Parlami ancora, o Madre Maria, preghiera in onore della Madonna delle Grazie.
Il 2 febbraio di ogni anno, dal 2003, ricorre la presentazione della Preghiera che Leone dedicò alla Vergine Celeste. In tale occasione il Santuario della Madonna delle Grazie di Monteodorisio è meta di un intenso pellegrinaggio, testimonianza di una fede semplice,  che riporta ai tempi in cui i fedeli, cantando e pregando, si recavano a piedi,  da San Salvo al Santuario. La sofferenza che si legge nella poesia riporta alla memoria gli ex voto dei miracolati e al pianto di coloro che tornavano a sperare.

Alcuni riconscimenti tra i tanti ricevuti:

  • 1978 Premio “Aquila d’oro” della Fenacom e Confcommercio
  • 1981 Medaglia d’oro “Arti del commercio”
  • Giornalista de “il Tempo” nella cronoca sportiva
  • 1991 Conferimento onoreficenza “Ufficiale del Lavoro” dal Presidente Cossiga
  • Riconoscimento “Maestro del Commercio” per 50 anni di attività
  • Diploma d’onore rassegna di poesia dialettale a Vasto
  • Riconoscimento per l’impegno dall’Assessorato Sport e Turismo del Comune di San Salvo
  • Numerosi premi come autore di canti popolari
  • Riconoscimento per l’impegno e la professionalità dimostrata nella scuola elemntare
  • Vincitore rassegna gruppi folcloristici
  • Riconoscimento dalla Proloco per le attività corale
  • Premio Comune San Salvo rassegna interregionale dei Canti di Sant’Antonio
  • Medaglia d’oro dal Real San Salvo per l’impegno nello sport
  • Ringraziamento ufficiale del Comune di Monteodorisio per la preghiera della Madonna delle Grazie
  • Presidente corale “50 & più”
  • Autore del libro “Sott’a la porte de la terre”
  • 35 coppe partecipazione e classificazione certame di poesia dialettale in diversi paesi del circondario
  • 1° premio rassegna poesia dialettale concorso in lingua

 

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