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Viaggio ad Accumoli tra i volontari della Protezione Civile

Uomini e donne normali che nell'emergenza si mettono a disposizione del prossimo

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Il percorso che porta ad Amatrice è composto da paesaggi che contraddistinguono la nostra regione. Colline, montagne, dal verde intenso, boschi che arrivano a coprire le strade creando tunnel di ombre, con scorci di strapiombi e paesaggi dove la vista arriva a spaziare fino al mare.

Ad un certo punto il traffico si interrompe, le uniche auto a sopraggiungere sono quelle dell'Esercito, delle Protezioni civili, dei Carabinieri. Ci si sente piombati in un tempo sospeso. Mezzi pesanti passano a stento in strade non abituate alle loro moli.

Giunti alle porte della città, si vedono le prime ferite nelle case, poi tende e mezzi dell'esercito ovunque, a lavoro per ripristinare la viabilità interrotta dal crollo di un ponte. E' un via vai di mezzi, per costruite strade dove prima c'era il bosco.Entrando in città, si incontrano subito i campi allestiti per chi è stato costretto alla sgombero, fino a giungere al bivio che porta ad Accumoli, lì sulla sinistra solo le macerie del vecchio centro storico di Amatrice. Tento quindi a destra, ed incontro mezzi dell'esercito, una pista di atterraggio per elicotteri allestita nel momento dell'emergenza e ancora macerie. Case smembrate, pareti divelte, si vedono i letti sfatti, segni di vita violata dalla furia della natura. La Polizia di Stato non lascia passare, le strade principali sono limitate al transito dei soli mezzi di soccorso. Cambio strada, attraverso strade di montagna, abituate a vedere più piedi in cammino che auto, la natura in questi luoghi è soggetto principale, i corsi d'acqua, i sentieri che si inerpicano nei boschi. Giunta sulla statale, di nuovo un via vai di mezzi militari e finalmente raggiungo il Campo Abruzzo a Grisciano frazione di Accumoli.

E' ora di pranzo, il campo e la cucina mobile della Protezione civile Valtrigno sono in piena attività. Vengono serviti prima i civili, poi tutti gli uomini e le donne a servizio dell'emergenza. Le divise si confondono, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Protezioni civili che giungono da tutta Italia. 

Incontro gli uomini e le donne della nostra valle, ragazzi di San Salvo, Dogliola, Castiglione Messer Marino e poi gli amici delle Protezioni civili di Penne e della Val di Sangro.

Ci sono uomini che hanno vissuto e servito durante l'emergenza del terremoto dell'Aquila, come Francesco e ragazzi che hanno da poco compiuto i 18 anni, che lunedì prossimo torneranno sui banchi di scuola, ma che oggi sono lì a servire pasti caldi come Ludovica ed Emanuele. Raccolgo le loro parole e quelle di Mario il vice-presidente della Valtrigno. Mentre gli parlo, gli chiedo perchè si decide di diventare volontari, ma il primo a rispondere non è lui, ma un ragazzino di neanche 10 anni che è lì in fila per il gelato, "Loro sono qui per noi, per aiutarci". Mario mi guarda e tenta di rispondere, ma le parole gli si fermano in gola, prende un cucchiaio e gli riempie il bicchiere di gelato e distoglie lo sguardo.

Saluto e lascio il campo, proseguo verso la costa. Passo sotto Pescara del Tronto che si erge sulla montagna, la più colpita probabilmente tra le città del cratere. Porgendo lo sguardo verso l'alto si vedono solo macerie. Sulla Statale ancora mezzi di soccorso che tentano di mettere in sicurezza un costone di roccia caduto il 24 agosto, puntellando la parete, mettendo reti d'acciaio.

Si va via da questi luoghi, con addosso un immenso senso di precarietà. Lascio persone la cui volontà di ricostruire in quei luoghi al di là di tutto, delle morti, dei ricordi e dei sacrifici di una vita sepolti sotto le macerie, sembra esser più forte della roccia delle loro montagne.

Di seguito alcune delle testimonianze raccolte.

Video Montaggio e Interviste di Antonia Schiavarelli

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