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La risposta di Orazio Di Stefano a Tamburrino

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Caro Umberto, rispondo alla tua risposta e lo faccio volentieri. Sono infatti convinto che la circolazione delle idee sia comunque un fatto positivo. E poi considero altrettanto positivo interloquire con persone che -come te -mostrano di volersi occuparsi di politica e comunque di avere una sensibilità sociale. Tuttavia devo dirTi che il mio precedente intervento sulla Vostra esperienza come ''Impegno per S. Salvo'' non voleva essere di disistima, ma tutt'altro... Infatti se ho scritto, riferendomi a Giovannino, ''...c'è una parte della gente che non lo condivide questo modo di ricercare ed ottenere il consenso (anche se esso oggi è maggioritario) e avrebbe potuto riconoscersi in te, il non ''calabrese'' della situazione...'' è evidente che personalmente quel modo (di avere il consenso) io non lo condivido. E' inoltre altrettanto evidente che aver definito lo stesso Giovannino il non ''calabrese'' della situazione è un'attestazione di stima nei confronti suoi e del suo modo di fare politica e non certo una censura. Per questo avrei voluto che fosse tornato in Consiglio, magari rappresentanza di un target che non si riconosce nei sistemi che entrambi condanniamo. Lungi da me il non volere che la generazione post sessantottina e post settantasettina non potesse o dovesse governare. Solo da cronista avevo scritto: ''Chi vuole governare forse deve parlare un certo linguaggio (purtroppo), andare nelle case, garantire una ''protezione'', promettere interessamento per i posti di lavoro, intermediare per le licenze, essere garante di tutto quanto serva la famiglia, il proprio clan o il proprio gruppo...'' , tanto è vero che non governo e non voglio neanche farlo se devo adoperare i metodi cosiddetti ''medioevali''. Forse sono anche io - come Voi - un romantico della politica... Orazio di Stefano
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