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“Mastr' Antonij” (Mastro Antonio)

Storie di vita

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Oggi nel giorno in cui avrebbe compiuto gli anni vogliamo ricordare mastro Antonio Perrucci nato il 2 ottobre del 1930 a Montazzoli, un pezzo di storia di San Salvo che continua grazie alle sue tre figlie.

 All’età di due anni si è ammalato di poliomielite. L’anno successivo la sua famiglia si è trasferita qui a San Salvo perché il nonno era diventato compare di un membro della famiglia Scardapane.

Quando è cominciato a diventare grandicello il nonno, che per lui era come un padre, gli aveva detto: “con questo tuo problema alla gamba non puoi andare a zappare imparati un mestiere”. E così a dodici anni è andato a imparare l’arte del calzolaio prima da Nicola Malatesta e dopo da Vitale Cieri. Subito si è appassionato a quel lavoro.

Negli anni ‘50 si è messo in proprio, riparava e realizzava scarpe su misura di ogni tipo. L’11 ottobre del 1958 è convolato a nozze con Rosa Daniele nella chiesa di San Giuseppe. Durante la celebrazione si sposarono quattro coppie contemporaneamente.

Rosa era praticamente cresciuta insieme a lui. La famiglia Daniele si era trasferita vicino a casa sua in via Valloncello nella zona della Fontana Vecchia quando lei aveva sei anni. “Non lo sopportavo perchè mi stuzzicava sempre ma mi piaceva che lo vedevi sempre allegro, cantare e suonare l’organetto. A casa loro era sempre festa. Un amore-odio! Nel 1956 poi ci siamo messi insieme. A un certo punto i miei genitori mi volevano far sposare un altro uomo perché ritenevano che Antonio non fosse adatto a me perché era più grande di 8 anni e aveva quel problema alla gamba ma io volevo solo lui per il suo bellissimo carattere”.

Quando Antonio e Rosa si sono sposati non avevano nulla “neanche una forchetta”, solo il banchetto da lavoro da calzolaio. Sono andati ad abitare in una casa in affitto. Dopo due anni di matrimonio il suo ex mastro Vitale Cieri li ha convinti ad aprire un negozio dove vendere le scarpe e continuare a fare l’artigiano. La sua prima risposta era stata “ e chi me li dà i soldi?”. Dopo si sono decisi e hanno affittato un piccolissimo locale che hanno arredato foderando un vecchio comò e con degli scaffali alla buona. Un negozietto che misurava tre metri per due. Col tempo la clientela cresceva e si sono spostati in un locale più grande in corso Garibaldi. All’epoca c’erano 2500 abitanti e c’erano tanti negozi di scarpe Oreste, Cesare Vicoli, Fabrizio, Manzone, Nicola Daniele, Miscione, “Banchett”.  I vari negozianti si rifornivano dai grossisiti di Pescara che esibivano la merce in un apposito mercato che si teneva di notte. All’inizio Antonio non aveva la macchina e insieme a Cesare Vicoli prendevano il treno e poi a piedi si caricavano i pacchi di scarpe da Pescara Portanuova alla stazione centrale e poi con l'autobus dalla stazione a San Salvo. In seguito hanno comprato una macchina in società con Cesare Vicoli che anche se era un concorrente erano molto amici. La giornata era lunga, cominciava alle 8.30 e finiva alle 12.30 e poi si riapriva alle 13.30 e si chiudeva alle 10 di sera. Antonio pensava alle riparazioni e Rosa alla vendita.Vendevano ogni tipo di scarpe, lavoro, mare, donna, uomo, bambino. Erano sempre molto forniti.

Anche il secondo locale era diventato piccolo e così si sono spostati in un locale più grande sempre lungo corso Garibaldi. All’epoca era comune “segnare su un libretto ” (“a zzi ddà” a zio dare ossia a credito) il conto delle scarpe o dare in permuta (“a scambij”) i prodotti della terra. Nel periodo di raccolta si saldava il conto. Il 2 luglio del 1969 è entrato a lavorare alla Siv. “Nel periodo del boom economico a San Salvo è stato molto sacrificato ma bellissimo si vedeva tantissimo”. Ciò che prima era un lusso era diventato alla portata di tutti o quasi.  La notte andava a comprare le scarpe a Pescara insieme alla moglie e alle cinque e mezza “mi lasciava a casa e andava a lavorare alla Siv con la macchina piena di scarpe e poi quando tornava andavamo a scaricare al negozio”.  

Da corso Garibaldi si sono trasferiti in via Istonia l’8 dicembre del 1986 e in seguito hanno aperto anche una succursale in via Duca Degli Abruzzi. Le figlie hanno trasferito il negozio principale al Centro Commerciale Insieme. E anche in seguito, finchè ha potuto, ha sempre aiutato le figlie nella gestione dei negozi.

Antonio e Rosa avevano trasmesso la loro passione per l’attività anche alle figlie. Fino agli anni ‘80 ci sono stati vari negozi di scarpe poi man mano molti hanno chiuso.

Antonio era un appassionato del negozio. Amava il contatto con la gente, sempre scherzoso, con il sorriso e armato di una pazienza infinita. Non ha mai litigato con nessuno diceva sempre anche alle figlie “Se qualcuno vi fa del male lasciate perdere tanto il male resta a lui. Dovete sempre avere un comportamento corretto con tutti. Non vantatevi mai. Sono gli altri che devono parlare bene di voi. Siate umili e onesti”.

Se ne è andato con un bacio alle figlie e un intenso abbraccio alla sua adorata moglie Rosina. “Sto bene”.

 

 

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