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MARCHESE FA LA GIUNTA, MA IDV E SDI RIFIUTANO I POSTI

redazione
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Quattro assessori più il sindaco, con due posti ''vacanti'' considerato il ''gran rifiuto'' di Italia dei Valori e Sdi. Il ''Marchese-bis'' a San Salvo non parte nel migliore dei modi ed una parte della maggioranza, quella formata da IdV e Sdi appunto, almeno all'inizio garantirà il semplice appoggio esterno al centrosinistra. Le difficoltà iniziali del riconfermato sindaco Gabriele Marchese nel trovare un punto di equilibrio nella composizione della futura squadra di governo sono dunque sfociate in un atto politico indubbiamente preoccupante per la tenuta, attuale e futura, della maggioranza amministrativa. I numeri, d'altronde, parlano chiaro: dodici sono i consiglieri di maggioranza, otto quelli di opposizione e tra quelli di centrosinistra reciteranno un ruolo fondamentale proprio i due del partito di Di Pietro e l'unico rappresentante dello Sdi che fungeranno da veri e propri 'aghi della bilancia'. Per il momento, quindi, Marchese parte con quattro assessori in Giunta. Di fatto, un ''monocolore'' di quello che dovrebbe essere il futuro Partito Democratico con due rappresentanti a testa a Democratici di Sinistra e Margherita. Ne fanno parte Giovanni Mariotti e Angela Di Silvio (Ds) e Luciano Cilli - vice sindaco - e Domenico Di Stefano (Margherita). A Mariotti le deleghe a Politiche sociali e della solidariet, Pubblica istruzione e Sanità; alla Di Silvio l'Urbanistica, la Programmazione e gestione del Territorio e l'Edilizia pubblica e privata; a Cilli Lavori pubblici e Mantenzione mentre a Di Stefano le deleghe a Politiche culturali, Sport e tempo libero, Spettacoli e Promozione della città. Nel presentare la sua nuova squadra il sindaco Marchese ha posto in risalto i passaggi che hanno portato a questa ultima decisione, maturata dopo una serie di stretti colloqui con i rappresentanti dei partiti della maggioranza. Sdi e Idv, in pratica, chiedevano maggiore visibilità: il primo partito (ed il suo rappresentante Osvaldo Menna in particolare) attraverso l'assegnazione di una delega ''pesante'' (quella dei Lavori pubblici), il secondo con il riconoscimento di un posto in Giunta ed il ruolo del presidente del Consiglio comunale (che invece dovrebbe essere appannaggio della Margherita). A loro, invece, sarebbero state assegnate le deleghe a Bilancio, Patrimonio, Programmazione, Strategie di sviluppo, Politiche ambientali e Servizi demografici (Italia dei Valori) e Turismo, Mobilità e Attività Produttive (Sdi). Da qui la ''rottura'' col sindaco che ha preso atto della situazione varando comunque la Giunta e tenendo per sé, almeno per questo inizio di gestione amministrativa, i settori rimasti 'scoperti' oltre ad altre deleghe quali Personale, Sicurezza e Politiche giovanili. Una partenza non semplice, insomma, Il sindaco, da parte sua, si dice tranquillo. ''Ero sereno durante la campagna elettorale e lo sono ancora di più adesso. Io la responsabilità di garantire un'amministrazione alla città l'ho assunta e spero che anche a breve possa esserci un passo indietro da parte di qualcuno. I cittadini mi hanno riconfermato la loro fiducia e consenso ed io ho voluto soprattutto mettere la responsabilità del governo e dell'amministrazione davanti ad anche comprensibili aspirazioni personali. Potevo anche varare una Giunta a sette, visto che la legge lo consente, ma ho voluto lanciare un segnale ben preciso nel senso di contenimento delle spese per la politica''.
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