La situazione politica di San Salvo diventa giorno per giorno più delicata. Il Consiglio Comunale convocato per il 26 p.v. , a distanza da un mese dalle elezioni, già di per sé è un'anomalia, se si pensa che lasciare in questo periodo estivo un comune senza giunta per un mese è grave. Se poi si osserva quello che ha fatto il Sindaco in assegnazione delle deleghe, l'assegnazione appare ancora più strana ed incomprensibile. Quattro assessori nominati, su sei, ossia 2/3 della giunta, ed altre deleghe sospese in attesa di non si sa che cosa. Se questa è la partenza di una nuova amministrazione che si vuole fare notare per efficienza e chiarezza di intenti, si è scelta la strada peggiore. Un partenza così in salita e così confusa non si era mai vista a San Salvo. Il sindaco sembra essere completamente nel pallone, e certamente chi gli sta vicino non gli è da meno. La verità è che quando i nodi arrivano al pettine, come si suol dire, è difficile districarli, e di nodi al pettine ce ne devono essere arrivati talmente tanti che oramai il povero Marchese non sa come rimediare. Un suggerimento gli va dato. Cercasse di ragionare anteponendo gli interessi della collettività a quelli dei suoi amici e si ricordasse che il sindaco di San Salvo, se ci riesce, deve assumere le responsabilità che gli competono per governare la città e non per perdere tempo. La Denso ha annunciato 500 esuberi e il sindaco sfoglia ''la margherita'' invece di interessarsi di questioni che sono di importanza vitale per la nostra economia, e non riesce a liberarsi della morsa di condizionamenti che lo stano portando verso una strada senza ritorno. Provasse il sindaco a ricordare cosa ha detto in campagna elettorale: ''più futuro nel nostro futuro...'' Se il significato del suo slogan era questo se lo poteva anche risparmiare e poteva anche risparmiare ai sansalvesi fiumi di parole senza una prospettiva degna di questo nome. San Salvo, 21/6/2007 Eugenio Spadano, consigliere comunale