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Chi si occupa dei cosiddetti “malviventi”?

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Negli ultimi giorni saltano alla ribalta notizie di furti e di atti criminosi in genere, di sicurezza, di aumento dell’organico delle forze dell’ordine e via dicendo. A ogni notizia di cronaca non mancano poi sui social network, commenti non sempre opportuni.

Può far rabbia poi che persone arrestate per atti criminosi, nell’arco di breve sono di nuovo fuori e si ritrovano a ripetere gli stessi reati. Spesso si sentono le espressioni “le forze dell’ordine hanno le mani legate”.

Ma coloro che compiono questi atti criminosi sono delle persone in carne e ossa che fanno delle scelte sbagliate o che si trovano in situazioni di disagio psicologico, sociale o economico che solo loro conoscono.

La parola “malvivente” dà proprio l’idea di “persona che vive male”.

Ma anche questi cosiddetti malviventi hanno delle mamme. Come mamma so che i figli sono dei doni molto speciali e per quanto io mi possa sforzare nell’educarli al rispetto degli altri e delle cose degli altri, un giorno dovranno essere loro in prima persona a scegliere di rispettare il loro prossimo. E in quel giorno, per quanto possa continuarli ad amare con tutta me stessa, so che in qualche modo non mi appartengono più e saranno loro i protagonisti della propria vita nel bene e nel male.

E se uno dei miei figli (Dio non voglia), un giorno farà delle scelte sbagliate, spero che possa entrare in contatto con qualcuno che cercherà in qualche modo di mostrargli, con amore, la possibilità di una vita alternativa fatta di rispetto delle regole e più in generale dell’altro.

Oggi ci sono “uomini e donne di buona volontà” che hanno modo di entrare in contatto con questi esseri umani al pari di tutti noi, che si prendono a cuore le loro vite e li aiutano (o almeno ci provano) a passare dall’essere “persona che vive male” al diventare una persona diversa o anche semplicemente a indirizzarli ad altri che in qualche modo li possano aiutare?

 

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