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Una chiesa chiusa e il silenzio assordante di un Vescovo

Oggi il sit in dei parrocchiani contrari all'abbattimento della chiesa sul sagrato, mentre il parroco celebra messa nell'auditorium divenuto temporaneamente luogo di culto

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Oggi il Comitato contro l'abbattimento della chiesa di San Nicola Vescovo, ha tenuto sul sagrato della chiesa un sit in, per dimostrare la loro contrarietà ad un atto che sarebbe non solo la distruzione di un luogo, ma soprattutto la distruzione di una comunità di fedeli che intorno ad esso hanno edificato la loro unità, come ha affermato Fabrizio Ciurlia, un luogo che dovrebbe essere rifugio sta diventando motivo di divisione.

Presenti alla manifestazione comuni cittadini e personaggi politici di maggioranza e opposizione, spiccavano le presenze di Gabriele Marchese, Giancarlo Lippis, Maria Travaglini, Armando Tomeo, Angelo Angelucci, Angelo Di Pierro. 

Il prossimo 23 marzo il Comitato incontrerà il Vesco Monsignor Bruno Forte, che in questa vicenda è il vero assente. In quella sede il Comitato con alcuni tecnici della città, che si sono prestati in modo gratuito ad eseguire un progetto di ristrutturazione, seguendo le linee guida tracciate dalla relazione dei Vigili del Fuoco che ha portato il sindaco Tiziana Magnacca ad eseguire un'ordinanza di chiusura. L'ammontare dei lavori ammonta a 280mila euro, ci informa Corrado De Leonardis membro del Comitato, una somma che ammonta ad un terzo di quanto si spenderebbe per l'abbattimento e la ricostruzione, così come paventato dal parroco don Michele Carlucci.

La decisione ultima spetta dunque al Vescovo, che giovedì potrebbe finalmente porre la parola fine ad una vicenda che sta dividendo una comunità, in un momento storico, in cui sarebbe necessaria l'unità di una comunità di fedeli, che è sempre stata punto di riferimento per la vita sociale della nostra città.

Fedeli o laici, pro o contro l'abbattimento, l'unica certezza infatti, è che la gestione di questa vicenda sta ledendo l'intera città, a cui si sta sottraendo un punto di riferimento fondamentale per la sua struttura sociale. Il Vescovo dovrà necessariamente prendersi la responsabilità di una decisione, che dovrà essere chiara, in un organismo come quello ecclesiastico, fortemente gerarchico, il Vescovo è colui che decide e si assume la responsabilità degli atti che coinvolgono il suo "gregge", la responsabilità non può essere solo del parroco. Puntare il dito contro un singolo, può essere pericoloso, può portare ad esacerbare gli animi contro una persona e non contro un'idea, condivisibile o meno che essa sia.

Questa mattina la messa si è tenuta regolarmente, presso l'auditorium Paolo VI, nessun accenno a quanto avveniva fuori dalle sue mura, da parte del parroco, che nella sua omelia ha affermato, "bisogna colmare la sete dell'incontro, delle relazioni".

 

 

 

 

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