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I migranti del CAS di Lentella e Vasto al Mattioli di San Salvo

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A scuola si va per imparare le lezioni cattedratiche dei docenti  ma, in questa occasione, “insegnanti operativi”, sono stati i ragazzi migranti socialmente utili i quali hanno mostrato e dimostrato la loro valenza ma soprattutto la capacità di osservare, organizzarsi e risolvere concretamente problemi tecnici dimostrando capacità, organizzazione, professionalità e soluzione. 
Gli studenti locali hanno capito il ruolo di chi, con concreta consapevolezza, ha saputo organizzarsi in poco tempo e rendersi utili con una organizzazione professionalistica inaspettata. 
Appena arrivati hanno subito capito quale primario provvedimento richiedesse il prato dove un disordine naturale creato dall’erbaccia  cresciuta disarmoniosamente, necessitava di essere falciata ed eliminata.
Con celere spazio tra il pensiero e l’azione, provvisti di strumenti idonei, hanno trasformato il dissestato campo di erbaccia in un prato “inglese”, verde ed ordinato con meraviglia ed ammirazione degli scolari che hanno assistito.
Al contrario di molte persone che giudicano i ragazzi di colore migranti nullafacenti ed inutili, la dimostrazione del loro concreto attivismo anche in altri campi operativi ad alto livello, in questa occasione ci si è resi conto della loro validità, intraprendenza evidenziata anche attraverso vistose ed appariscenti soluzioni, apprezzate anche dal responsabile del CAS Lentella Claudio Pracilio.
Ma l’ambito in cui interagiscono è molto più variegato e comprende apprendimenti linguistici, impegni di polivelenza culturale, storica ed antropologica, percorsi socio-psicologici pilotati da specialisti del settore e, in programma, artigianato locale che ripropone le antiche usanze lavorative manuali come la tessitura, la manifattura di cesti, paioli ed utensili di legno che, tra l’altro, sono molto simili a quelli della loro terra di origine che, per quel cosmopolitismo che li abbraccia, ci fa arrivare ad un’assoluta e risaputa conclusione: l’uomo è il centro del mondo e corporizza la convinzione secondo la quale i valori spirituali, materiali ed artistici non hanno nè colore nè mente diversa, perchè un’insostituibile universalismo li accomunerà sempre attraverso lo spirito unico e sovrano come l’amore.
La campanella della scuola, come sempre, ha suonato per ricordare la fine della lezione ma questa volta non si è sentito il quotidiano sospiro di sollievo col desiderio di andare via ma un sentimento di apprezzamento, di solidarietà e, forse, di rara benevolenza.

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