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Il nuovo ospedale che fine ha fatto?

Dicono che ci sono i soldi, i terreni, c'è tutto, eccetto un progetto per dare il via ai lavori

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Il nuovo ospedale, tema centrale di tutte le campagne elettorali degli ultimi dieci anni, sembra che ci sia su carta ma non nella realtà dei fatti.

Ci sarebbero i soldi, ci sarebbero i terreni, ma non c'è un progetto. Da qui tutto è bloccato. Si ha difficoltà a dare l'incarico per la sua progettazione? Eppure la Asl ha anche una valida squadra di progettisti, quindi tutto potrebbe esser fatto dalle professionalità dell'ente pubblico, perchè allora non si procede?

Un progetto che rilancerebbe il territorio e finalmente potrebbe dare nuovo slancio ad una sanità che sembra allo stallo se non in regressione.

L'ospedale vastese, tema centrale per le sue inefficienze, è infatti nuovamente al centro della cronaca locale per lo stallo di un suo punto di eccellenza, il reparto di urologia, che secondo la consigliera Cappa, è bloccato a causa della mancanza di anestesisti, così come il reparto di chirurgia. Nella nota divulgata dal movimento vastese Unione per Vasto-Tagliente "circa mille persone nella lista d'attesa per interventi urologici che rischiano di non essere operati neanche a lungo termine. La ragione di questa grave situazione - spiegano - sta nel deficit di anestesisti da cui é afflitto ormai da tempo l'ospedale vastese che costringe il prof. Schips a non operare con la stessa frequenza di prima o a servirsi delle sale operatorie di Chieti e Lanciano".

Altro tema l'Emodinamica al San Pio. La parlamentare del PD Maria Amato intanto continua la sua lotta per la Sala dell'Emodinamica, giungendo a portare le 15 mila firme raccolte al Dipartimento della programmazione sanitaria, sul tavolo tecnico integrato a chi si occupa di sanità delle aree interne, "Ai numeri ho contrapposto storie di dolore, ha affermato la parlamentare abruzzese - ottenendo l'attenzione di tutti, perchè se si parla di vita reale, se si racconta della carne e del sangue delle persone anche chi lavora sui numeri ascolta: ho parlato di Ugo Aloè e non solo, Ugo che per me è un fratello oltre che compagno in questa sfida, una sfida che non ha nulla del campanile, che guarda ad un ospedale depotenziato, un Dea di I livello vocato all'emergenza urgenza in un territorio complesso fatto di costa, insediamenti industriali, strade ad elevata incidentalità, infortuni sul lavoro, aree interne, terre alte e strade franose. Sono andata con i dati dell'Agenas.
Ai km su carta ho risposto con i tempi di percorrenza estivi ed invernali, con quella cartina dell'Abruzzo tagliato a metà che ha cambiato il livello di attenzione.
Mi hanno risposto che ho ragione. Abbiamo ragione: il tempo medio di intervento è il doppio del tempo medio del resto della Regione.
Chiameranno la Regione Abruzzo a rispondere e a rivedere la rete cuore".

Una battaglia per la Sanità nel Vastese quella che si sta giocando su più fronti. 

La scorsa settimana a chiusura di una camapgna elettorale cittadina, il sindaco Tiziana Magnacca, il presidente del consiglio comunale Eugenio Spadano e Tonino Marcello, hanno chiamato a raccolta, il consigliere regionale Mario Olivieri e il consigliere regionale Mauro Febbo, per visita alla struttura del Distretto Sanitario sansalvese, mettendo sotto la lente d'ingrandimento non solo le carenze di una sanità regionale che ha abbandonato le aree interne e di confine, ma anche strutture d'eccellenza, come la Fondazione il Cireneo, a cui si stenta ad erogare quelle risorse economiche necessarie ed indispensabili alla cura di decine di piccoli malati di autismo (leggi).

Una voce unica e trasversale a difesa del diritto alla salute dei cittadini del Vastese.

Di seguito l'intervista realizzata a Mauro Febbo presidente della Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo.

 

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