Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La pozzanghera della diga di Chiauci, una tragedia annunciata

500 ettari di terreni lasciati a secco nella vallata del Trigno, la Pilkington ridotta a prendere le acque nere per la sua produzione, il risultato dell'incapacità politica a spese del Vastese

Condividi su:

La diga di Chiauci è oramai a secco e con essa anche la piana del Trigno con oltre mille ettari di terra coltivati a pesche, ulivi, ma soprattutto orti lasciati senz’acqua.

Di una settimana fa il comunicato dei vertici della Pilkington con il quale Massimo Di Ienno responsabile del settore energetico, affermava che data la crisi idrica e per non far venire meno l’acqua alla cittadinanza, l’azienda avrebbe fatto ricorso all’uso delle acque nere degli impianti di depurazione dell’Arap per le acque necessarie agli impianti di produzione (leggi).

Il Consorzio di Bonifica Sud che nel 2016 alzò i canoni consortili agli agricoltori di oltre il 57% (leggi), continua a procurare ai coltivatori e alle aziende danni enormi (leggi)!

Il Consorzio responsabile della diga di Chiauci venne commissariato nel 2014 da Luciano D’Alfonso. Da allora si sono intervallati al vertice dell’ente quattro commissari straordinari, senza alcun coordinamento con la consulta degli agricoltori. I risultati ad oggi sono un aumento dei canoni consortili, denaro che servirebbe per le opere idrauliche, per la manutenzione, per l'irrigazione, ma che di fatto non vengono prestati. Gli aumenti vennero decisi nel dicembre del 2015 dal dimissionario Giampiero Leombroni che quale ultimo atto del suo mandato firmò una delibera la n.63 del 10 dicembre 2015, nella quale si stabiliva un aumento dei canoni di oltre il 50%. Per un ettaro di terra, si consideri che si è passati da un contributo annuo di 156 euro a 240 euro, per una manutenzione dei canali assente, che vanifica i lavori e gli investimenti di quanti cercano di migliorare i propri impianti. 

Le numerose sollevazioni degli agricoltori, compiute con sit in di protesta innanzi al Consorzio a più riprese nel 2016, comportò solo un provvedimento “tappo”, da parte dell’assessore al bilancio Silvio Paolucci, con l’elargizione di un contributo di 500 mila euro all’ente che non servì a fermare gli aumenti (leggi).

Le terre del Vastese subiscono oramai da diversi anni, allagamenti nel periodo invernale, dovuti alla mancata manutenzione dei canali di scolo, con strade di servizio e di accesso ai campi ridotte a vere e proprie mulattiere (leggi), d’estate alla siccità (leggi), creando enormi danni ad una economia agricola che è sempre stata un’eccellenza d’Abruzzo.

Sono oltre 500 gli ettari di terreni che sono stati privati da alcuni giorni delle acque necessarie alla loro irrigazione altri 500 quelli a rischio. Il Trigno dal quale si attingeva è oramai privo di acqua, la diga di Chiauci è ridotta a poco più di una pozzanghera, non per mancanza di piogge nel periodo invernale ma per la mancanza delle opere infrastrutturali necessarie per consentire il suo completo riempimento, opere la cui costruzione è attesa da diversi anni.

I sindaci dei due principali comuni hanno riunito negli scorsi giorni delle riunioni di emergenza, il sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca ha riunito il 27 agosto il Coc (Centro operativo comunale), il 28 si sono riuniti presso il comune di Vasto i sindaci delle città di San Salvo, Vasto e Montenero di Bisaccia, la Sasi, l’Asl n. 02 Abruzzo, il Consorzio di Bonifica Sud e l’Arap, per far fronte ad una emergenza che non interessa solo gli agricoltori, ma anche il settore turistico (le acque del Trigno forniscono anche tutta la costa), e il settore industriale (leggi).

I soldi necessari per il completamento della diga, sono stati a più riprese promessi, durante i numerosi incontri fatti dal governatore della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, sul territorio a più riprese negli ultimi anni (leggi). In un rimbalzarsi di responsabilità tra i vari enti ad oggi la diga è letteralmente a secco e a pagarne le spese sono ancora una volta i cittadini ed il cuore produttivo della regione Abruzzo.  

 

Condividi su:

Seguici su Facebook