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Strage di orsi al Parco nazionale

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PESCASSEROLI - ''Un fatto inaccettabile e incredibile. Drammatico e di inaudita gravità. Un atto di barbarie indegno di un popolo civile'', così il presidente del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Giuseppe Rossi, a commento della notizia dei tre esemplari di orso rinvenuti cadavere in località Acqua ventilata, in agro del comune di Gioia dei Marsi, nelle immediate vicinanze del centro di Pescasseroli. E pare siano stati rinvenuti anche due lupi morti in circostanze analoghe. L'orso Bernardo e due suoi compagni, gli animali divenuti i simboli del rispetto per la natura e l'ambiente, sono stati trovati morti ieri mattina nei boschi del Pnalm e la notizia è rimbalzata su tutta la stampa nazionale. ''La scomparsa di Bernardo e di altri orsi, rinvenuti nel territorio montano di Gioia dei Marsi - prosegue il presidente Rossi - rappresenta una perdita naturalistica e culturale incalcolabile per il Parco, per il Paese e l'umanità intera. Un episodio che deve allarmare e impegnare le Istituzioni, le popolazioni del Parco e la stessa opinione pubblica. Un evento tragico che avviene in un momento cruciale per il Parco che sta tentando di ripartire e progettare il suo futuro''. Per i tre plantigradi intanto è stato disposto l'esame autoptico, da parte delle autorità competenti, ma prima ancora che vengano accertate in sede di laboratorio le cause del decesso la popolazione dei centri limitrofi non ha dubbi, ''qualcuno li ha uccisi per odio'', questa è la sinistra ''voce di popolo''. Nelle scorse settimane Bernardo aveva guadagnato l'attenzione della cronaca, anche delle testate a tiratura nazionale, per le sue incursioni notturne, nei vari centri abitati del circondario, alla ricerca di cibo, in prevalenza galline. Una vera star insomma, scomoda per qualcuno magari, a tutela della quale sono stati avviati nei mesi scorsi progetti scientifici a cura dell'università La Sapienza di Roma grazie alla donazione, da parte di una miliardaria americana, di una cifra ragguardevole per la ricerca e la tutela dell'orso marsicano. E fa davvero rabbia che gli sforzi a tutela delle specie in via di estinzione, con tanto di progetti di ripopolamento, vengano poi vanificati dall'atto criminale e sconsiderato di qualcuno. Impotenza e rabbia, di fronte alla follia assassina di chi, vera bestia, non si fa scrupolo alcuno ad uccidere un animale protetto. A commento della tragica scoperta dei tre esemplari di orso, il direttore del Parco, Aldo Di Benedetto, ha dichiarato alla stampa: ''E' una grave perdita, in quanto incide sul potenziale riproduttivo della popolazione dei plantigradi già numericamente esigua. Per di più viene a mancare l'orso Bernardo che, negli ultimi anni, tanto ha fatto parlare di sé per gli incontri ravvicinati nei centri abitati e che ha 'battezzato' una delle tante associazioni costituitesi per la tutela della specie''. La pista più attendibile è quella dell'atto deliberato contro gli orsi, magari una ritorsione contro gli sconfinamenti notturni in cerca di cibo infatti, nella mattinata di ieri, è stata rinvenuta una cracassa sbranata di pecora nelle vicinanze degli orsi morti. L'ipotesi più accreditata è che le carni dell'ovino siano state contaminate con sostanze velenose proprio nell'intento di uccidere i grandi carnivori. Il servizio di sorveglianza del Parco, congiuntamente con il personale di servizio del Corpo Forestale dello Stato, avvalendosi della collaborazione tecnico-scientifica dei ricercatori dell'Università ''La Sapienza'' di Roma, stanno conducendo le indagini per individuare gli eventuali responsabili del gesto sconsiderato. In corso di accertamenti le autorità raccomandano ai cittadini la massima collaborazione, fornendo ogni eventuale informazione o segnalazione che possa risultare utile alle indagini e all'individuazione dei responsabili.
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