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Il diritto alla cura negato, la denuncia degli studenti del Mattioli

L'amarezza di una madre che rivendica cure e assistenza per il proprio figlio

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La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata nel 1948 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, costituisce il fondamento della libertà, della pace e della giustizia nel mondo. Al suo interno, l'articolo 25.2 afferma:” La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o al di fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.” Pochi anni dopo, nel 1959, la stessa Assemblea Generale ha approvato la Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo. In essa leggiamo:”Principio IV: il fanciullo deve beneficiare della sicurezza sociale. Deve poter crescere e svilupparsi in modo sano. A tal fine devono essere assicurate a lui e alla madre le cure mediche e la protezione sociale adeguata, specialmente nel periodo precedente e seguente alla nascita.” Principio V: “Il fanciullo che si trova in una situazione di minoranza fisica, mentale o sociale ha diritto a ricevere il trattamento, l'educazione e le cure speciali di cui esso necessita per la sua condizione.”

In una visione più nazionalistica, in Italia l'articolo 32 della Costituzione afferma:” La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.” In questo contesto, e tenendo ben presenti i capisaldi nazionali ed internazionali della sanità, noi studenti del Mattioli di San Salvo abbiamo deciso di raccontare la storia di Andrea, un bambino di 5 anni a cui è stata diagnosticata la sindrome di Asperger e a cui non sono riconosciute le cure dallo Stato. Abbiamo scelto questa storia perché meritava una voce, infatti questa malattia colpisce circa 600 bambini in tutto l'Abruzzo, realtà del tutto inaspettata di cui fino ad oggi ignoravamo le proporzioni. Conoscere la mamma di Andrea è stata un'esperienza indescrivibile. Pensavamo di incontrare una persona afflitta e fiaccata dalla sofferenza, invece abbiamo conosciuto una persona forte, sorridente e con una gran voglia di combattere, che ci ha coinvolto nella sua storia. Pensare che per permettersi delle cure bisogna farsi seguire privatamente e affrontare spese di circa 30 euro ad ora, ci ha lasciato indignati.

La famiglia di Andrea infatti, pur di non rimanere impotente di fronte a questa realtà e pur di permettere al proprio bambino un futuro migliore, ha deciso di affidarsi a cure private e per questo motivo il papà di Andrea si è recato in missione di pace in Libano per sei mesi, lasciando a casa il suo bambino e la sua famiglia per donare ad Andrea un futuro più luminoso di quello che l'Italia gli riserva.

E allora l'articolo 32 della Costituzione, l'articolo 25.2 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo sono dunque parole vuote?

Ad essere assordante di certo è la voce di un bambino che vuole avere la possibilità di vivere in un mondo capace di accogliere e tutelare ogni diversità ed il silenzio di chi glielo sta brutalmente negando. Di seguito l'intervista realizzata.

 

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