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LA TOLLERANZA HA UN LIMITE..... DIFFICILMENTE MI "ARRABBIO"

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.....MA OGGI NON POSSO FARE A MENO DI RENDERVI PARTECIPI DI QUANTO ACCADUTO AD UN MIO FAMILIARE presso l'ospedale civile di Vasto. Ometto il reparto, perché nonostante tutto ci sono anche ed ancora medici ed infermieri che svolgono alla perfezione il loro dovere. Premetto che non è mia intenzione generalizzare. Paziente in dimissioni dalle ore 11.00 in poi. Mi avvalgo di un'autoambulanza privata per il trasporto. Arriva puntuale alle 12.30.....ma sono costretta a dire ai barellieri di avere pazienza perché, senza preavviso, il paziente è stato prelevato e portato a fare una consulenza di cui né medici né infermieri mi sanno dire per cosa e per quale motivo visto che era già in teoria dimesso.

Non solo, interrotto, da parte di due addetti del reparto, anche il "lauto" pranzo, perché avevano fretta e, a loro dire, il medico che avrebbe dovuto fare la consulenza, non poteva aspettare i nostri comodi. Per farla breve......dopo oltre mezz'ora, rendendomi conto che il mio congiunto non era ancora stato riaccompagnato in reparto, un pochino esasperata, nonchè preoccupata e all'oscuro di quale "diavoleria" gli dovessero ancora fare, dopo mie insistenze per cercare di capire, dottoressa e infermieri di turno, sì sono lasciati scappare che c'era stato un errore. Il paziente giusto aveva lo stesso cognome, addirittura di un altro reparto....."ma non si preoccupi, adesso andiamo a riprendere il paziente e non è successo nulla". Questa è la loro vergognosa giustificazione. Qualcuno balbettava dicendo altre stupidaggini....quali....noi eseguiamo solo gli ordini.....manco fossero stati soldati.

Ce li manderei veramente a fare il soldato! Qualcun altro....sa com'è, con lo stesso cognome è facile sbagliarsi ....intanto una persona "rea" di essere un "povero malato", incapace di reagire, con postumi di polmonite, è stata sballottata su e giù per i corridoi di un ospedale senza un reale motivo. Solo la buona educazione mi ha impedito di fare una piazzata. Ma voglio che si sappia della totale mancanza di rispetto e sensibilità verso chi ha più bisogno, verso chi è incapace di difendersi, verso una persona debole e della superficialità con la quale si "lavora" in un posto come l'ospedale, dove, l'accortezza, dovrebbe essere al primo posto.

E la domanda sorge spontanea..... se anziché trattarsi di una semplice consulenza, lo scambio di persona fosse avvenuto per un intervento......o per qualcosa di più serio ed importante? Conclusione. Le persone, in situazioni di estrema delicatezza, come in questo caso, vanno riconosciute non solo con il cognome ma per nome e cognome e se non dovessero bastare, anche per data di nascita!!!!!

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