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Presentiamo L’animale notturno: ultimo romanzo di Andrea Piva

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Andrea Piva è scrittore e sceneggiatore con una passione per il poker e un grande amore per il cinema. Esordisce infatti come creatore di una sceneggiatore che diverrà nel 1999 il film LaCapaGira che otterrà lo stesso anno un David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciack d’oro. Seguirà nel 2012 la sceneggiatura per il film Mio Cognato e sei anni dopo quella di Galantuomini. In questo arco di tempo avrà modo di dare alle stampe il suo primo romanzo, Apocalisse da camera.

Ma è nel 2017 che la carriera letteraria di Andrea Piva troverà conferma e il suo stile una maturità riconosciuta sia dalla critica che da i suoi lettori sempre più numerosi e appassionati. Questo è infatti l’anno di uscita de L’animale notturno: dove in una Roma disillusa e oscura incontriamo il protagonista: Vittorio Ferragamo. Sembra un alter ego dell’autore, il giovane sceneggiatore calabrese che fugge dalla sua terra alla ricerca di fama e gloria. Una parabola ascendente che nella sua brevità fa comprendere a Vittorio l’impossibilità di affermarsi con la sua sola intelligenza e una buona dose di intraprendenza, in un mondo le cui regole sono dettate da forze più grandi di lui. Nessun alleato in questa ricerca di ricchezza e fama e i sogni di Vittorio procedono sempre più verso il basso. Ma quando non resterebbe altro che lasciare Roma per tornarsene in Calabria avviene la svolta. L'incontro tra Vittorio e un vecchio politico romano, la cui ultima passione è il poker online.

E qui la storia prende una piega diversa, inaspettata. La relazione tra i due non si basa infatti su di uno scontro generazionale. Tutt’al più i sogni dell’uno e le memorie dell’altro appaiono come bagaglio personale. Né a Vittorio, ne tanto meno al senatore Testini interessa un fico secco del futuro dell’uno e del passato dell’altro. Quello che li lega è il desiderio del primo di diventare ricco e la passione dell’altro per il gioco del poker. È proprio la comparsa nel romanzo di questo nuovo protagonista a far parlare in molti di una forte componente autobiografica.

Andrea Piva ha infatti giocato a poker a livello professionistico e conosce molto bene le dinamiche del gioco. Per questa ragione la componente matematica che troviamo nella formazione pokeristica del protagonista sorprende sia Vittorio stesso che i numerosi lettori di Piva. Il poker è un gioco di strategia, come imparerà Vittorio dal senatore, dove più che l’istinto contano lo studio e dove entrano in campo statistica, probabilità e teoria dei giochi. Molti sono infatti i giocatori che si sono messi a studiare l’equilibrio di Nash applicandolo al gioco del poker. Così fa il nostro Vittorio che imparerà poco a poco quanto tutto questa sia non solo la base per vincere al poker, ma anche metafora dell’esistenza; là dove lo stesso Galilei vedeva il linguaggio della natura scritto in caratteri della geometria e della matematica.

La parte autobiografica che apparentemente emerge nel romanzo di Piva è comunque piuttosto limitata. Fa da puntello ad alcuni aspetti della vita di Vittorio, del resto entrambi sono sceneggiatori, ma qui finisce qualunque  parallelismo tra la vita dell’autore e quella del protagonista. La parabola di Vittorio dopo l’incontro con Testini seguirà un percorso tutto suo. Troverà la propria strada nel bene o nel male, visto che non sta a noi giudicare.

Vale la pena leggere L’animale notturno di Andrea Piva per la lucidità con cui descrive la città di Roma e un universo umano e sociale senza banalità o pregiudizi. È uno sguardo che tocca una disperazione, quella umana, senza diventare per questo tragico o patetico, ma anzi impiegando gli strumenti della “commedia” per rappresentare al meglio la drammaticità del presente.

Nessuna consolazione, né per il lettore, né tanto meno per i protagonisti che di certo consolazioni non ne cercano. Per questo vale la pena leggere il romanzo di Piva, per la sua chirurgica lucidità che fa un gran bene di questi tempi al mondo reale della letteratura.

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