"Tribunale piccolo e sopprimendo, ma con processi importanti": è uno dei passaggi della conferenza del presidente del Tribunale di Vasto, Bruno Giangiacomo, che ha voluto soffermarsi su un aspetto particolare ed a suo giudizio significativo, soprattutto alla luce della scadenza temporale del 2020, anno che potrebbe segnare la fine della sede giudiziaria territoriale vastese.

Con al fianco i colleghi giudici Stefania Izzi e Michelina Iannetta, il presidente Giangiacomo ha posto soprattutto questo all'attenzione, nel corso di una conferenza stampa al palazzo di giustizia di via Bachelet, parlando del recente processo 'Esmeralda', conclusosi a luglio e celebrato a Vasto, del quale proprio oggi sono state depositate le motivazioni della sentenza.

Dopo quello 'Adriatico', un altro processo sviluppatosi con la fase delle indagini da parte della Direzione Distrettuale Antimafia dell'Aquila, processo che vedeva imputate 31 persone e chiusosi con 10 condanne con pene inflitte per circa 80 anni. E' venuta meno l'ipotesi dell'associazione a delinquere, ma sono state comunque riconosciute diverse responsabilità legate allo spaccio di sostanze stupefacenti gestito da soggetti di etnia rom, con la droga rifornita in zona dall'Albania, tra Vasto, la costa teatina ed anche l'area di Pescara con i primi rilievi dei Carabinieri di Vasto. Un'indagine che ha svelato un giro di droga con flussi piuttosto consistenti.

"Oltre all'aspetto criminale - ha rimarcato Giangiacoo - si vuole evidenziare la funzionalità di un Tribunale che continua ad assicurare sviluppi processuali importanti in un territorio di 100.000 e più abitanti e questo è un risultato apprezzabile e da sottolineare".