Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Rapporto della Dia: "L'Abruzzo permeabile agli interessi della criminalità organizzata"

Redazione
Condividi su:

"La regione Abruzzo appare permeabile agli interessi della criminalità organizzata ma non c’è uno strutturale radicamento da parte dei sodalizi mafiosi". E' quanto emerge dalla relazione rilasciata dalla Dia (Direzione Investigativa Antimafia al Parlamento). L'ultimo documento si riferisce al primo semestre del 2018 in cui si legge la “presenza di soggetti riconducibili alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti di Africo (Reggio Calabria) e del gruppo Ferrazzo di Mesoraca (Crotone), mentre non si registra la presenza stanziale di organizzazioni camorristiche”, nonostante si registrino operazioni di riciclaggio effettuate tramite “insospettabili prestanome collegati ai clan campani”.

La Dia rileva che sul territorio “confluiscono anche ingenti quantitativi di stupefacenti, importati dalla Campania e rivenduti, prevalentemente, in provincia di Pescara, nelle numerose località turistiche che si affacciano sulla costa, e nel teramano”. Diverse le operazioni delle forze dell’ordine che hanno portato all’arresto di persone legate ai clan camorristici come l'operazione "Isola felice" che ha portato all'arresto di 25 soggetti.

Passando alla criminalità di matrice pugliese, “questa si distingue innanzitutto per la commissione di attività predatorie. Recenti attività di indagine confermano, infatti, la spiccata propensione, in special modo dei gruppi foggiani, a consumare delitti contro il patrimonio con efferati e sofisticati modus operandi”. È il caso delle ‘rapine in trasferta’ e dei furti perpetrati ai bancomat con la cosiddetta ‘tecnica della marmotta’ o degli assalti ai portavalori facendo uso di armi da guerra e di esplosivi. La Dia ricorda l'episodio del 6 maggio 2018 ad Archi, dove cinque pregiudicati pugliesi assaltarono un bancomat con kalashnikov e pistole.

Per gli stupefacenti inceve "la criminalità foggiana sembra prevalere sugli altri gruppi pugliesi, comunque attivi”.

Stabile è la presenza di gruppi slavo-albanesi, al pari di quelli nordafricani, nigeriani e sudamericani, “i cui interessi criminali spaziano dai delitti contro il patrimonio al traffico di stupefacenti, dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina alla tratta di giovani donne finalizzata al loro sfruttamento sessuale”.

Condividi su:

Seguici su Facebook