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Carnevale: "Magnàte carne e maccarìhune, li fuijaràpe zi da spricà"

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(Articolo presente sul blog di SanSalvoAntica di Fernando Sparvieri)

A San Salvo nel dopoguerra c’ è stato un continuo fiorire di gruppi del Carnevale.  

Una delle più belle “mescaràte” che i più anziani ricordano  era quella di  Filoteo Sorge, contadino,  papà dello scomparso  Renato capitano nell’esercito.  

Filoteo Sorge con un grossa pancia e un nasone rosso guidava  il corteo  formato da una decina di coppie di giovani che portavano a braccetto altri giovani vestiti con abiti femminili. I figuranti si disponevano in cerchio e accompagnati dal suono di una fisarmonica; ogni coppia avanzava verso il centro e cantava una strofa. Di solito le ultime due strofe venivano cantate da tutti i personaggi in coro. I bambini lo chiamavano:  “Carnevale”.  

La  “parodia” terminava con “Carnevale”, che  buttava manate di  fasci di foglie di rape alla folla plaudente, gridando a squarciagola:  "Magnàte càrne e maccarìhune, li fuijaràpe zi da spricà" ( Mangiate carne e pasta , buttate le rape).  

Pugginelle (Pulcinella) di buon  mattino andava a prendere una alla volta  le “signorine” a casa e le accompagnava nell’abituale luogo di ritrovo. Evaristo Sparvieri  ha descritto benissimo la scena:”Ascive Pugginelle la matine, nghi ‘na scuffietta rosce nghi lu fiocche, nghi nu “tripuline”appicciate  mmocche, curreve pi pijà li signurine.La rihunione di li miscarate, zi face’ a la case di Caffittire: addo’, prime di cumunza’ lu ggire, a la “parte”,  j zi dave ‘n’arpassate. “.

Nella storia locale sono rimasti molti aneddoti divertenti. Ad  interpretare l’importante farsa di Pulcinella toccava sempre ai membri  di una stessa famiglia  (così potevano  riciclare i vestiti). Infatti per diversi  anni sono stati  Antonio, Vitale, Gino e Nicola figli di Paulicce Di Lique (Paolo De Luca) banditore del paese a rivestire il ruolo.  

Un Carnevale, toccò a Pulcinella  aprire la scena e nessuno dei suoi familiari mancò al divertente appuntamento.   Pugginelle con la cuffietta guarnita di un fiocco rosso,  con  i campanelli legati ai fianchi e con la frusta in mano,  fece una piroetta  e  facendosi accompagnare dal suono  di una fisarmonica, iniziò a cantare il brano assegnato: “Iè chi sso nu pugginelle… ( Pugginelle in dialetto sansalvese sta ad indicare una persona  opportunista, volubile e poco seria).

All’ ambruvvuése  (improvvisamente) dalla folla si sentì una voce possente che diceva :” Ca ci sì, ca ci sì !“  

Era suo padre.

Risate a non finire.

Addre che Carnivàle!  

 

                                                                                                            

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