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Ludopatia, l'Abruzzo in testa alla classifica con dati allarmanti

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L’Abruzzo detiene la maglia nera nella classifica su base regionale per il gioco d’azzardo, con la raccolta pro-capite più alta d’Italia, ben 1767 euro: i dati sono allarmanti soprattutto nella provincia e nel comune dell’Aquila, territorio in cui dopo il sisma del 6 aprile 2009 “si è registrata una vera e propria impennata”.

La fotografia del fenomeno considerato “la piaga sociale dell’ultimo secolo” emerge dalla relazione della psicoterapeuta Giada Costantini, esperta delle dipendenze del centro “Studi Cognitivi” di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), intervenuta nel corso del convegno dal titolo “La ‘potenza del talento’ per combattere la ludopatia”, che si è svolto all’Aquila.

“I dati allarmanti sono il risultato di una serie di tragici eventi della nostra regione: dal sisma de L’Aquila del 2009 ai terremoti del 2016 e del 2017, fino alla valanga di Rigopiano – spiega ancora Costantini, componente del comitato scientifico FeDerSerD Abruzzo-Marche-Molise, che svolge la libera professione a Pescara -. Tutti questi disastri, avvenuti nel giro di pochi anni, hanno lasciato delle crepe emotive nella popolazione, con conseguenze legate alle dipendenze, non solo la ludopatia, ma anche la  tossicodipendenza e l’alcolismo, che ogni persona affetta da queste patologie si trascina ancora oggi. Sicuramente deve preoccupare il fatto che l’Abruzzo sia la regione più colpita a livello nazionale e che l’Italia a livello mondiale è tra le nazioni dove si gioca di più: il 54 per cento della popolazione gioca e tra questi una buona fetta è da considerare patologica, ma l’azione di sensibilizzazione dei cittadini, soprattutto i più giovani, di concerto con leggi ad hoc e una terapia mirata, possono aiutare a combattere questa piaga sociale”.

In base all’importo pro capite destinato al gioco d’azzardo, “L’Aquila detiene un triste primato: nel 2016 – ha precisato l’assessore alle Politiche sociali dell’Aquila Francesco Cristiano Bignotti – sono stati spesi mediamente 1.269 euro pro-capite annui, pari a 88,35 milioni di euro se moltiplicati per l’intera popolazione. Ad attrarre i giocatori d’azzardo, spesso veri e propri malati, in particolare c’erano 632 slot in città, ovvero 9,1 ogni mille abitanti e nel 2018 i dati sono addirittura raddoppiati, con una slot ogni 83 abitanti. L’aumento ha riguardato anche i casi seguiti dal Serd (Servizi per le dipendenze patologiche) dell’Aquila, saliti a oltre 100”.

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