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Titoli di stato, obbligazioni e borsa: come muoversi alla ricerca del guadagno

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"Come posso far rendere i miei risparmi?", alzi la mano chi, fra gli investitori italiani, non si è posto almeno una volta questa domanda nell'ultimo decennio, dominato dai tassi di riferimento allo 0% e da una volatilità, sia sul mercato azionario che obbligazionario, assai elevata. Un quesito ancor più tormentato per i risparmiatori che nel passato hanno investito in titoli di stato con rendimenti a doppia cifra e negli ultimi anni stanno ricevendo assai poche soddisfazioni.

Non di sole obbligazioni vive il risparmiatore

L'epoca in cui obbligazioni bancarie e titoli di stato, grazie a rendimenti perlomeno accettabili, erano l'unico ingrediente di un portafoglio titoli, è andata in soffitta ormai da tempo, anche se qualche "highlander" resiste ancora, forse più come amarcord dei tempi andati che per un ragionamento appropriato e consapevole. Nel mondo d’oggi, leobbligazioni è buona norma vengano accompagnate da altri strumenti finanziari in grado di fornire al cliente un ritorno economico interessante, tale da compensare gli scarsi interessi del reddito fisso. Le banche e i promotori finanziari hanno proposto a spron battuto i fondi comuni di investimento, spesso di diritto lussemburghese per convenienza fiscale, strumenti in grado di diversificare adeguatamente il rischio emittente, ma assai costosi fra commissioni di ingresso e di gestione, oneri che vanno ad annacquare significativamente il rendimento finale dell'investimento.

Affidarsi a mani esperte, è certamente importante: la finanza è un mondo che richiede competenze e conoscenze specifiche. Oggi, oltre agli esperti in giacca e cravatta allo sportello, è possibile rivolgersi a professionisti anche nel mondo telematico, in grado di accompagnare gli investitori con utili consigli ed un risparmio commissionale non indifferente. Consigli come quelli che si possono trovare anche su https://tradingveloce.it/buy-limit/322.

È possibile minimizzare i rischi e massimizzare i guadagni? 

Il trading on-line, oramai, è diventato un vero e proprio fenomeno al quale approcciano moltissimi risparmiatori. Le insidie non mancano di certo, soprattutto in una fase economico-finanziaria, come l'attuale, contraddistinta da incertezze sotto ogni punto di vista. Sia chiaro: il trading on-line dev'essere, eventualmente, un ottimo strumento di diversificazione dei propri asset finanziari e non l'unico. Poi, in base al grado di rischio che un risparmiatore è disposto a sopportare, ogni individuo può scegliere quanto investire sulle piattaforme di trading presenti sul web.

Non tutti sanno che, a differenza degli ordini impartiti allo sportello, le piattaforme presenti sul web consentono molteplici opzioni per vendere/acquistare un titolo di qualsiasi natura e mercato: grazie ad esse, il vecchio e caro stop loss si è ulteriormente evoluto, fornendo molteplici possibilità all'utente di indirizzare l'operazione secondo i propri desideri. I risparmiatori che operano nel mondo del trading on-line, grazie a queste nuove opzioni, sono in grado spesso di guadagnare anche in fasi ribassiste dei mercati, talvolta con efficaci operazioni di breve durata.

Non mancano, di certo, i detrattori di questa nuova opportunità di investimento, più per una sorta di ritrosia verso le nuove tecnologie che per fondate motivazioni: il risparmio in termini commissionali è decisamente elevato. E a parità di ordine, una compravendita effettuata col trading on-line dà un margine di guadagno ben più alto dello sportello/promotore.

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