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Il futuro dell’USB è di tipo C, ma tutto ha un prezzo

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L’USB di tipo C è stata definita l’USB del futuro: si calcola che potrebbe prestare servizio per parecchi anni, supportando le generazioni future di smartphone e tablet.

Le sue prestazioni eclissano il precedente tipo B, ma, come tutte le innovazioni, non sono esenti da alcuni svantaggi e da numerosi dettagli e aspetti a cui prestare attenzione. Una disattenzione nell’impiego di un cavo USB di tipo C, infatti, può portare anche alla completa inutilizzabilità del dispositivo.

Tipo C e B a confronto

I cavi usb di tipo C sono stato oggetto di un miglioramento complessivo su tutta linea e, di fatto, hanno completamente reso imbarazzanti le prestazioni dei cavi di tipo B.

Il tipo B, infatti, supportava solo alimentatori da 5V a 2A e permettevano una velocità di trasmissione fino a 480Mb/s. Si presentavano snelli e anche con spessore ridotto e, fondamentalmente, non comportavano danni ai dispositivi anche se usati in abbinamento ad alimentatori di qualità scadente.

Il malfunzionamento di un cavo USB di tipo B era riconoscibile dalla quantità di tempo che impiegava a caricare un dispositivo ma non comportava alcuna pericolosità per quello.

I cavi USB di tipo C, invece, supportano alimentatori fino a 20V e 5° e permettono una velocità di trasmissione fino a 10 Gb/s. Si presentano molto più spessi rispetti a quelli di tipo B proprio per supportare queste performance maggiori. 

È fornito di una testina che può essere inserita nel dispositivo con entrambi i lati e non presenta, come il tipo B, un preciso orientamento di inserimento. Inoltre risultano essere decisamente più resistenti, capaci di garantire più di 10mila cicli di ricarica. 

I problemi con il tipo C, tuttavia, sopraggiungono quando si tiene conto del tipo di porta USB supportata.

Problemi di supporto: USB 3.1 o 2.0?

Si tratta di uno svantaggio non indifferente collegato al fatto che si è ancora in una fase di transizione: i tipi C si stanno diffondendo sempre di più ma molti dispositivi continuano a fare affidamento a porte USB di tipo 2.0, tecnologicamente inferiori ma più diffuse rispetto a quelle 3.1.

Infatti vi sono numerosi dispositivi, come l’Huawei P9, ad esempio, che pur presentando un alloggio per il caricatore di Tipo C, non supportano caricatori con porta di ingresso 3.1. Un errore di disattenzione o semplicemente di ignoranza poteva portare alla connessione del P9 con un alimentatore con porta USB 3.1.

In quel caso i diversi livelli di intensità e voltaggio della corrente potevano causare danni permanenti al dispositivo, andando a renderlo, di fatto, completamente inutilizzabile.

Purtroppo il P9 non è il solo dispositivo che presenta una incompatibilità con la USB 3.1 e non sono stati pochi i dispositivi che hanno subito una triste sorte in seguito a questo problema.

Attenzione ai tipo C

Gli svantaggi che il cavo comporta, tuttavia, possono essere facilmente ovviati da alcune accortezze da tenere sempre bene in mente nel momento in cui si procede all’acquisto.

Innanzitutto, proprio perché comporta questo tipo di problematiche per il dispositivo, bisogna stare molto attenti in fase di acquisto e cercare di preferire sempre prodotti di una marca affidabile: le imitazioni, infatti, potrebbero contenere imperfezioni o componenti di bassa qualità che potrebbero danneggiare il dispositivo.

Bisogna anche verificare il tipo di compatibilità del dispositivo che si andrà a caricare: basta controllare il cavo che viene dato in dotazione oppure le informazioni tecniche del dispositivo stesso.

Bisogna prestare attenzione anche nel caso in cui si decidesse di collegarlo ad un computer: in quel caso è necessario sapere la compatibilità delle porte USB del computer stesso con quelle del cavetto del dispositivo.

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