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Datteri di mare nei ristoranti, sequestri e sanzioni della Guardia Costiera di Vasto

Violazioni per la tracciabilità del prodotto riscontrate nei controlli del personale dell'Ufficio Circondariale Marittimo

Redazione
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Personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto di Ortona, ha condotto una regolare attività di controllo sulla filiera della pesca al fine di tutelare la salute dei consumatori e verificare il rispetto delle norme in materia di tracciabilità e rintracciabilità del prodotto ittico

I militari hanno controllato vari ristoranti e sono stati rinvenuti illeciti di natura penale ed amministrativa sanzionando i titolari o gestori per diverse migliaia di euro, potendo riscontrare violazioni per tracciabilità del prodotto e ben più grave si è accertato che alcuni ristoratori detenevano datteri di mare verosimilmente destinati alla somministrazione in sala.

In particolare è stata redatta una notizia di reato a carico del trasgressore, che è stato quindi deferito all’Autorità Giudiziaria, mentre il prodotto per un totale di circa 1 Kg è stato sequestrato e distrutto. 

Al di là della protezione del dattero di mare (Lithophaga lithophaga), la pesca di questo mollusco bivalve è severamente vietata dalla legge per motivi ben più importanti. Molti ignorano gli incalcolabili danni ambientali che un solo pescatore di datteri produce sul fondale marino roccioso con la sua attività illecita.

Per prelevare i datteri è necessario frantumare la roccia in cui il bivalve scava dei fori dove vive nascosto. Lo strato superficiale degli scogli sommersi viene distrutto a martellate, e ogni animale o vegetale insediato sulla roccia è destinato a soccombere. Si parla di una vera e propria desertificazione delle scogliere sommerse che permangono in uno stato impoverito, con valori di biodiversità molto bassi.

"I controlli sulla filiera ittica - si legge in una nota del Circomare diretto dal tenente di vascello Francesca Perfido - continueranno anche nei prossimi giorni, per verificare la corretta tracciabilità ed etichettatura dei prodotti della pesca, e il divieto di pesca di specie protette e di esemplari sottomisura, a tutela del consumatore e delle risorse ambientali marine.

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