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Giornata internazionale della donna, la situazione femminile in Italia

Meglio non chiamarla “festa”

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La storia della giornata internazionale della donna ha origini poco chiare tra Stati Uniti e Russia. Per molti anni è stata celebrata in diverse date a seconda del paese ma solo nel 1921 è stato trovato un accordo sull’8 marzo.

In questo giorno un mazzo di mimose o una serata in compagnia potrebbero fare da contorno a una festa come tante altre ma le cose non sono così. Non è corretto pensare che sia una festa, infatti. Non è il giorno per fare follie ma quello per fare il punto della situazione, ricordare le battaglie, le discriminazioni e capire come migliorare. In fondo durante la giornata mondiale del ricordo, non si “festeggiano le foibe” ma si ricordano i massacri, quindi lasciamo da parte bigliettini, auguri e mimose e impegniamoci tutti, donne ma soprattutto uomini a prendere con serietà la questione femminile.

I diritti delle donne non sono gli stessi degli uomini, né in Italia né in tanti altri paesi del mondo. Le donne non hanno le stesse opportunità, lo stesso riconoscimento sociale degli uomini e ci sono ancora troppe discriminazioni sul lavoro, per strada o nel tempo libero.

L’Italia è penultima in Europa per partecipazione femminile al mercato del lavoro, solo una donna su due in età lavorativa è attiva. In più, all’arrivo di un figlio le donne lasciano l’occupazione e quelle che rimangono nel mercato del lavoro sono vittime del gap salariale e vivono una condizione di stallo nella loro carriera perché prevalentemente occupano posizioni meno prestigiose e meno retribuite e difficilmente riescono a raggiungere posizioni apicali. Solo il 28% della dirigenza nelle aziende private italiane è ricoperto da donne. Non solo, le differenze di genere si evidenziano anche nell’istruzione: le ragazze sono spesso confinate in determinati ambiti e sia le loro performance sia le loro scelte sono limitate dagli stereotipi che le vogliono meno brave dei maschi nelle discipline scientifiche. Le donne, poi, spendono di più rispetto agli uomini in merito ai beni di consumo a causa della famosa e discussa “tassa rosa”, che vede l’Italia primeggiare.

Altra nota dolente è la violenza. Che si tratti di violenza fisica, psicologica o di violenza online, le donne ne subiscono molto più degli uomini.

Per questo motivo è importante insegnare le pari opportunità come un valore sin dalla prima infanzia. Le principali differenze di genere sono prettamente sociali e insegnare a bambini e bambine, oltre che alle loro famiglie, che il genere non deve essere discriminante dovrebbe essere una priorità per limitare le donne nelle scelte della loro vita. Prima di essere donne o uomini siamo tutti, semplicemente, esseri umani. Degni di rispetto, diritti e doveri uguali tra loro.

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