Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Ricordo di Michelino

Condividi su:

Ricordo di Michelino

Il sole che ci accarezza e la brezza del mare, 
fino a pochi mesi fa sono stati vissuti come un’ovvietà, ripetitiva e scontata, 
talvolta attratti/distratti dalla “straordinarietà” di ciò che è lontano da noi.
Questa quarantena nazionale ha dato consapevolezza a molti di noi della non ovvietà,
che avere una vita normale fatta delle piccole e grandi cose, non è garantito.

Un lavoro di cui vivere, il camminare e stringere le mani dei tuoi amici, vedere il sorriso di tuo figlio che cresce, un’uscita in barca a godere della bellezza scintillante delle onde, assaporare l’aria salmastra, cercare refrigerio nella freschezza delle acque.
Michelino ne conosceva da sempre il valore, la bellezza, il piacere.

L’odissea sanitaria che l’ha vessato in tutta la sua vita, fin dai primi anni, non gli ha mai impedito di dimostrare a tutti noi, in continuazione, 
che la felicità va conquistata, cercata, corteggiata, 
che arrendersi significa rinunciare ad una possibilità.  
Michelino alla possibilità di essere felice non ha voluto rinunciare mai.

Pensare alle proprie ferite, spesso superficiali, ci rende più che altro deboli e vulnerabili, concentrati su quanto di negativo c’è capitato, alla ricerca di un “nesso di  causalità” che non esiste. 
Quella facile rassegnazione ci immobilizza, ci frena a fare qualcosa per noi stessi, perché, infondo, ci sembra che non lo meritiamo o perché crediamo in un accanimento verso di noi.

Invece di essere felici ne abbiamo il diritto e anche il dovere, 
prima di tutto verso noi stessi.

Sognare, con tutto il cuore, di “camminare”, quando si è immobilizzati a letto 
significa permetterci di tornare a volare. 
E lui è tornato a volare. Molte volte. 
Con una fantastica autoironia, un grande sarcasmo e un sorriso semplice che arrivava al cuore. 
Sereno, perché quella felicità che sapeva vedere nelle piccole cose era solo frutto della sua fatica e del suo atteggiamento da guerriero.

Un’apparente vita semplice, ha nascosto un coraggio e una voglia di vivere, davvero unica.
La lotta per ricominciare dopo l’incidente, e le sue infinite complicazioni, l’ha spinto a risorgere, camminare di nuovo, 
tornare a muovere le mani per poter tagliare ancora una volta i capelli, il suo adorato lavoro; 
cercare di costruire una famiglia, 
prendere una casa, 
avere un proprio bimbo tanto desiderato.  

Michelino ha fatto sforzi immani per avere molte delle cose comuni che tutti noi abbiamo senza fatica, 
ma, la cosa più importante è che le ha gustate, assaporate, e vissute fino in fondo. 

In qualsiasi giornata, anche la più terribile, bastava parlare del mare che i suoi occhi si illuminavano, con un sorriso sottile che alludeva a tutta la pienezza della felicità.

Mi domando quanti di noi sarebbero stati in grado di ripartire, lottare e vincere, sostenuti solo dalla nostra volontà.
Michele non era un credente, quindi la fede non l’ha sostenuto.
Il laico valore della bellezza della vita e la necessità di guadagnarsela, sono state la sua bussola. 

Ovviamente, l’epilogo, non poteva essere semplice e lineare. 
Per lui è stato difficile anche concludere la propria vita, 
dopo un implacabile ictus, è stato anche bloccato da mille restrizioni legate alla pandemia, allontanato dall’affetto che lo ha sempre circondato. 

Nella sua lucidità, nell’ultimo periodo, Michelino ha però scelto di voler intraprendere una nuova battaglia, da vero guerriero: 
di voler morire con dignità, in Svizzera, come diceva lui,
nella consapevolezza che non avrebbe più potuto vivere una vita semplice, degna di questo nome, sopraffatto dalla sofferenza continua e prolungata che lo aveva immobilizzato ormai in modo definitivo, togliendogli anche il mare. 

Della Svizzera non c'è stato bisogno, 
visto che il suo corpo era ormai completamente sfibrato.
Michelino nei suoi ultimi giorni voleva ricordare solo: 
la bellezza della vita di cui aveva goduto appieno e che aveva vittoriosamente conquistato con le sue forze, 
la gioia degli incontri con le tante persone che lo amavano e che, proprio da lui, ricevevano sempre una irriverente ilarità fino agli ultimi giorni,
e la serenità di aver poter solcare il suo mare, anche dopo questo ultimo passaggio.

Condividi su:

Seguici su Facebook