I FATTI
Prima di organizzare le quattro giornate topiche a San Salvo marina (svoltesi tranquillamente il 9 – 10 -11 e 12 luglio ‘20) ci eravamo accertati della loro fattibilità,
prendendo contezza dell’Ordinanza (la n° 74) del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Avendo verificato che la stessa, unitamente al vigente Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, non impediva lo svolgersi di simili manifestazioni, abbiamo chiesto le autorizzazioni, messo in atto TUTTI gli accorgimenti previsti dai predetti decreti ed abbiamo fatto l’evento… tranquillamente.
Prima di organizzare l’unica giornata topica a Montenero di Bisaccia (che si sarebbe dovuta svolgere sabato 25 luglio ‘20), il tecnico incaricato, in assenza di un Ordinanza presidenziale regionale, ha inviato alla Regione Molise la sottostante mail, in cui la stessa Regione ha (giustamente) indicato di “fare riferimento alle linee nazionali”.
A seguito di questa risposta e, consultate dettagliatamente le linee guida del richiamato Decreto, abbiamo chiesto l’autorizzazione al sindaco, che ci è stata concessa, come si evince dall’Ordinanza sotto riportata
In virtù di tale rilasciata autorizzazione, abbiamo chiesto nulla osta alla Asrem, che ce lo ha concesso, come pure dimostra il sottostante documento
Con anticipo sui tempi previsti, abbiamo ritualmente fatto comunicazione alla Questura di Campobasso, senza avere ricevuto eccezione alcuna: di seguito il documento inviato al Questore.
Il tecnico ha approntato il relativo piano sicurezza e nella serata del 20 luglio u.s. ha fatto una riunione formativa ed informativa con i volontari di Protezione civile, che avrebbero vigilato sul rispetto del distanziamento sociale e sull’uso delle mascherine, curando (come dimostra la sotto riportata piantina) nei minimi particolari le procedure ed attenendosi scrupolosamente a quanto previsto dalle Leggi.
La sera del 23 luglio (ossia a meno di 48 ore dall’inizio dell’autorizzata manifestazione) sono stato contatto via cavo dal sindaco di Montenero, il quale mi riferiva di essere stato, a sua volta, contattato dal presidente del Molise, Donato Toma, che lo invitava a rinviare l’autorizzata manifestazione. Gli ho fatto notare che era stata la stessa Regione a dirci di attenerci alle linee guida nazionali e gli ho inviato via WhatsApp l’immagine della mail sopra evidenziata. La nostra telefonata si è chiusa con l’intento di vederci la mattina del 24 luglio in Comune.
La mattina del 24 luglio il sindaco, mentre era in riunione con noi organizzatori, col tecnico e coi comandanti delle Forze di polizia, è stato chiamato nell’altra stanza per interloquire con la Prefettura di Campobasso. A seguito di questa telefonata, il primo cittadino si è determinato a bloccare la manifestazione, facendomi notificare la sotto riportata ordinanza
DEDUZIONI
Ci può stare che le Autorità revochino provvedimenti adottati, ma lo si deve fare tenendo conto di essere in uno Stato di diritto, dove sono certi i diritti e le potestà delle Autorità medesime, ma anche quelle dei cittadini.
In questo caso specifico, noi cittadini ci siamo sentiti “ostaggio” non del sindaco (che è stato correttissimo nei nostri confronti), ma di taluni, che si sono adoperati per annullare la manifestazione, pur in presenza di tutte le autorizzazioni rilasciate, come, del resto è detto nell’ultima ordinanza sindacale di revoca ovvero
che sarebbe stato “contattato per le vie brevi dal presidente della Giunta della Regione Molise circa l’inopportunità della manifestazione prevista per il 25 luglio 2020” e
che “sempre per le vie brevi nella mattinata del 24 luglio 2020 vi è stato un confronto operativo con la Prefettura di Campobasso…”.
Tutto ciò non garantisce la fattibilità, la serenità e la certezza del diritto e ci induce a ripensare al nostro programma di manifestazioni in Molise (previste il 16 agosto p.v. ad Agnone ed il 22 agosto p.v. a San Martino in Pensilis, oltre a quella eventualmente da fare a Montenero).
Invero, potrebbe accadere che anche nelle altre date si convinca un’Autorità, quale è il sindaco, per le vie brevi o in un confronto operativo a revocare proprie autorizzazioni per ragioni di opportunità (e quindi non per oggettività, come prevedono le Leggi in uno Stato di diritto?).
Se circostanze simili si ripetessero, diventerebbe ancor più evidente il nocumento materiale e morale in danno di operatori che valorizzano i prodotti regionali. Forse è il caso di far apporre le firme di “autorizzazione” anche ad altri Organi monocratici oltre a chi è effettivamente preposto?
Stante questa situazione in Molise, è evidente che confermeremo solo le manifestazioni in Abruzzo, dove il presidente Marsilio ha fatto una chiara Ordinanza e dove i pareri vengono messi per iscritto e non per le vie brevi.
Chiediamo, altresì, a chi ha funzione di sindacato ispettivo nei consessi regionale e nazionale di adoperarsi per verificare se l’iter che ha portato all’Ordinanza di revoca si sia svolto nell’ambito del rispetto dei diritti di tutti, compresi cittadini, consumatori e produttori, cercando di farsi spiegare perché la “persuasiva” telefonata dalla Prefettura è arrivata non già quando abbiamo noi inviato la rituale comunicazione al Questore, ma solo il giorno dopo la telefonata del Presidente Toma, che non era riuscito a convincere il sindaco.
Dott. Orazio Di Stefano