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L'intervista ad Antonio Boschetti. I giorni di detenzione e la voglia di proseguire

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Possiamo ricominciare. Il pensiero corre alla memorabile frase di Enzo Tortora che dopo anni di ingiusta detenzione tornò dal suo pubblico con la consueta eleganza ed esordì con un semplice ''Dove eravamo rimasti?''. Il silenzio di Antonio Boschetti, fortunatamente, è durato molto meno, ma sono tante le coincidenze con l'ingiustizia subita da Tortora. Ma questo è un altro discorso. Ora siamo qui per sapere, un poco alla volta, cosa è accaduto in questi tre mesi di ''black out'' all'uomo che tutti abbiamo imparato a conoscere, stimare, seguire. Antonio, partiamo dall'isolamento nel carcere di Lanciano. Qual è il pensiero più frequente che ti ha accompagnato in quei giorni? Il dolore per accuse tanto infamanti e la sofferenza delle persone che amo. Pensavo a mia moglie e ai miei figli, ai miei genitori e a Simone e alle difficoltà che dovevano affrontare senza di me. Ma mi hanno sorretto la forza e la volontà di tornare per dimostrare la mia onestà e la mia innocenza. Ho trascorso 4 giorni di isolamento totale e 26 giorni di isolamento in cella. Nonostante fosse un ambiente inconsueto per me, ho riscontrato tanta solidarietà: quella della Polizia penitenziaria e del loro comandante, quella del direttore del carcere, che, pur senza favoritismi, mi hanno sempre trattato con estrema umanità, ma anche la solidarietà degli altri detenuti. Qual è la cosa che ti ha fatto più male sentir dire in quei giorni? Di essere una persona disonesta. Voglio sottolineare che io prima di questi fatti ero incensurato, che ho amministrato per anni il Comune di San Salvo, ho svolto altre funzioni amministrative e non ho mai ricevuto neppure un avviso di garanzia. Le tante calunnie e diffamazioni di questo periodo non hanno tenuto conto del mio operato in anni ed anni di politica attiva, di tutti i risultati conseguiti senza avere la protezione di ''padrini'' politici in Abruzzo. E tutti questi sacrifici sono stati vanificati in un lampo. In molti hanno dimenticato il bene che ho fatto per questo territorio e hanno approfittato dell'occasione per infamarmi. Una cosa che invece ti ha fatto stare bene, malgrado quanto stesse accadendo? Di contro ai soliti avvoltoi c'è stata molta solidarietà. L'affetto degli amici, che hanno sostenuto me e la mia famiglia, che non hanno mai messo in dubbio la mia innocenza, ma anche quella di alcuni avversari politici, che mi conoscono come uomo leale ed onesto e hanno continuato a pensarlo. E mi ha sinceramente commosso la visita in carcere di Marini, il suo appoggio e continuo interessamento, come pure quello di Fioroni. La stima e la solidarietà del Senatore Marini, in particolare, è una di quelle cose che non dimenticherò mai. Subito dopo l'arresto hai letto i capi d'accusa sull'ordinanza della Gip. Cosa hai pensato? Ho riso e pianto insieme. Riso per le stravaganze raccontate da Angelini e pianto perchè quelle infamie mi hanno sbattuto in carcere, hanno distrutto la mia vita politica e sono basate su mille contraddizioni. Per di più sono state affermate da un uomo che è al centro di tutti gli scandali finanziari che coinvolgono l'Abruzzo. La cosa grave è che mentre noi, pur essendo quasi tutti incensurati, siamo stati arrestati e trattati alla stregua di pericolosi criminali, Angelini gira libero: si è autodichiarato corrotto e corruttore, è il denominatore comune di tutti gli scandali scoppiati da anni in Abruzzo, e risulta credibile. Come questo sia possibile rimarrà sempre un mistero. E perchè pensi che Angelini abbia orchestrato tutto questo? Mi sono chiesto mille volte il perchè di queste stravaganze e di questa cattiveria, la risposta credo anche di conoscerla ed è facilmente intuibile: era un uomo disperato. Ma resta il fatto che Angelini si è fatto strumentalizzare in una vicenda in cui non è l'unico accusatore. La stampa ha raccontato, tra le molte cose, anche dei momenti in cui, durante l'incidente probatorio, tu e gli altri indagati scherzavate e ridevate in aula. In molti lo hanno definito di cattivo gusto e fuori luogo... Tra i tanti momenti ripresi da telecamere e fotografi sono andati in onda solo spezzoni, istantanee particolari, anche lì in maniera spesso strumentale. Nessuno ha fatto vedere i tanti momenti di sconforto, di rabbia, di accusa contro Angelini. Hanno confezionato servizi seguendo la solita logica del sensazionalismo, è il loro lavoro... Sei molto conciliante nei confronti di chi, invece, non ha esitato a condannarti... Molti giornalisti non potevano fare altro, perchè anche in Abruzzo, come nel resto del Paese, spesso sono vittime dei conflitti d'interesse. Semmai è imbarazzante che uno degli accusatori in questa vicenda, è anche proprietario della principale emittente televisiva privata. In questo caso l'informazione come può essere oggettiva? In quattro anni da Consigliere non sono mai stato intervistato da un giornalista di Rete 8. Oggi scoppia lo scandalo e loro sono i primi forcaioli... Tu più volte hai sottolineato l'infondatezza delle accuse, dichiarando che un po' alla volta la dimostrerai. Aspetti il processo? Aspetto la libertà totale, tanto per cominciare. Ma è già sotto gli occhi di tutti che le dichiarazioni di Angelini sono intrise di continue contraddizioni, su date, cifre, modalità di consegna delle presunte ''mazzette''. Le accuse contenute nell'ordinanza del Gip non mi lasciano dormire perchè sono pericolose, ma sono anche del tutto infondate. Io sono stato arrestato perchè sarei stato ''solidale'' con Angelini. Quanti politici, ancora oggi, lo sono con le sue attività, con le sue cliniche, anche per il bene dei suoi dipendenti, ma sono ancora liberi? E poi, parliamoci chiaro: il mio reddito come Consigliere è stato reso noto già molto tempo fa, tutti conoscono le mie parcelle come avvocato. Veramente c'è qualcuno che pensa che io possa essermi messo in un simile casino per 30 mila euro di Angelini? O che io possa aver organizzato un'associazione per delinquere con alcuni dei miei maggiori avversari politici, come Pace, Domenici, Trozzi, Anello? Bisognerebbe essere proprio ingenui... E adesso che la libertà, anche se parziale, l'hai riconquistata, da dove si ricomincia? Si ricomincia dai contatti umani, dal vedere e sentire persone che in questi tre mesi non ho potuto incontrare. E si ricomincia dal mio lavoro, sia allo studio legale, che come politico. Perchè io la politica non la lascio. A questo proposito, grande clamore ha avuto la notizia del tuo reintegro come Consigliere, giacchè da quella carica non ti eri dimesso, a differenza di quella da Assessore... Come Assessore mi sono dimesso perchè ero stato nominato, non eletto. Come Consigliere no, per il motivo inverso: sono stato eletto da 5200 persone, devo dar conto solo a loro. A quanti strumentalizzano la questione per darmi addosso, rispondo di pensare a dar conto del loro operato, non del mio. A quello ci penso io. Il vicario Paolini, dopo la tua provocatoria richiesta di una sua visita affinchè ti chiedesse le ragioni della volontà di rimanere Consigliere, ha detto che ''lui non si occupa dei problemi di un politico locale''. Hai detto bene, la mia era una provocazione. So bene, non fosse altro perchè sono un avvocato ed ex docente di Diritto costituzionale, che il mio referente in Consiglio è Roselli e non il presidente della Giunta. Volevo solo vedere fino a che punto potesse arrivare la sua incompetenza in materia. Durante la tua assenza, lo accennavamo prima, c'è stato un feroce accanimento da parte di alcune persone che, a seconda dell'opportunità, prima ti stavano accanto e poi hanno preso le distanze. Ferito da questi atteggiamenti? Non sono così ingenuo da aspettarmi nulla di diverso. È così che va il mondo. Qualcuno, però, mi ha sorpreso negativamente. Vedi, io non ho mai fatto proclami sulla mia attività amministrativa, ma nei giorni che verranno renderò pubblica anche la mia azione a favore del territorio. Tra le tante cose posso affermare che mio è il merito per l'ampliamento del Porto di Vasto, mio quello della conclusione dei lavori per l'attivazione dell'autoporto di San Salvo, tanto per citare due esempi. Io ho lavorato perchè questi ed altri progetti diventassero realtà. Eppure il tutto è passato sotto silenzio e semmai si è fatto a gara per addebitarsi la paternità di certe opere. Durante la recente inaugurazione dell'autoporto, ad esempio, il presidente del Coasiv ha fatto la parte del leone, ma ha prudentemente taciuto che sono stato io a volerlo e a trovare i fondi per ultimarlo. Per fortuna gli amministratori non sono tutti uguali e nella stessa occasione c'è stato chi, come l'assessore Di Matteo, ha riconosciuto i miei meriti e questo fa piacere. Ai tuoi avversari politici e a quanti hanno plaudito al tuo arresto vuoi dire qualcosa? No, non m'interessa rispondere alle infamie e a quanti hanno sferrato l'affondo contro un uomo arrestato ingiustamente, che per di più non poteva difendersi. Semmai da questa vicenda ho imparato una lezione che voglio partecipare ai miei alleati e agli amministratori locali, ed è quella di difendersi dalle accuse che man mano ricevono, di fermare sul nascere qualunque chiacchiericcio che si alimenti sul loro operato, magari anche all'interno del proprio partito. Io ho fatto l'errore di andare sempre oltre le critiche e le accuse, di non rispondere subito e pago lo scotto per essere stato conciliante, perchè la cattiveria di chi non ha un consenso, di chi non ha elettori, inizia con la critica e ben presto diventa un'accusa davanti ad un giudice. A proposito di alleati politici: quando rientrerai nel Pd? Lo farò se e quando capirò che la mia vicenda giudiziaria non è in alcun modo d'intralcio al percorso del mio Partito. Fino ad allora saprò aspettare. Ho moltissime cose da fare, ora.
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