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Confcommercio lancia l'allarme: il Covid spinge l'usura

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La crisi economica provocata dal Covid, che sta mettendo a dura prova il mondo imprenditoriale, rischia di favorire lo sviluppo di fenomeni criminali”.

Le parole di Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, suonano come un campanello d’allarme anche per il nostro territorio dove l’usura potrebbe trovare campo fertile tra le imprese piegate dalla crisi innescata dalla pandemia Covid. Emblematici, in tal senso, i dati resi noti da Confcommercio che ha effettuato un’analisi accurata sulla percezione dell’usura tra le aziende nel periodo compreso tra aprile e fino ai giorni nostri. I numeri sono impietosi e dicono che le imprese del commercio al dettaglio, dell’abbigliamento, della ristorazione e quelle del comparto turistico, intese come strutture ricettive e balneari, hanno dovuto fare i conti con una riduzione del volume d’affari (37,5%), con la mancanza di liquidità e con le difficoltà di accesso al credito (36,9%), con la gestione delle procedure per adeguarsi alle nuove norme sanitarie (13,5%) e con le problematiche connesse agli adempimenti burocratici (12,1%).

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