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Riflessioni su sviluppo ed identità del nostro territorio

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Da giorni ormai stiamo assistendo a manifestazioni di merito in relazione all'investimento che, fra non molto, vedrà realizzarsi sul nostro territorio il più grande magazzino e-commerce mai realizzato in Europa e che secondo le tante dichiarazioni avrà ricadute occupazionali ed economiche positive per il vastese. L’area, da tempo ormai, è in piena fase regressiva rispetto alla capacità di offerta occupazionale e le motivazioni, tra le altre cose, sono riconducibili al fermento mondiale innescato dalla globalizzazione i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Nel mentre tutto si muove all'unisono verso nuovi equilibri. Ponendo la nostra attenzione con una visione dall'alto possiamo certamente renderci conto che nulla è stato osservato rispetto all'impatto che una iniziativa di tali proporzioni avrebbe sul nostro territorio in termini ambientali ed infrastrutturali. Pertanto, faccio alcune considerazioni che spero possano porre in auge il necessario focus su un tema così caldo come lo sviluppo di un territorio che ancora oggi vive uno strano dualismo vocazionale (turistico – industriale) che ne fa un ibrido ancora in cerca della propria identità.

Nel recente passato abbiamo assistito all’urbanizzazione del lato sinistro della statale (a Vasto Marina, in direzione nord). Qui gli abitanti, soprattutto in estate, attraversano la statale per recarsi al mare interrompendo letteralmente il traffico pesante e non. Si assiste così al paradosso che la bimba con il secchiello in mano ferma il bisonte della strada. La riflessione conseguente è quella di verificare che puntualmente non esiste una visione capace di pianificare uno sviluppo compatibile con le reali esigenze di urbanizzazione del territorio. Parimenti le medesime osservazioni trovano riscontro per la ubicazione del centro e-commerce che, di fatto, avrà la necessità di contenere le ricadute necessarie per il movimento delle merci e delle risorse umane sulla strada SS650 Trignina. La via in questione già oggi avrebbe bisogno di un raddoppio della propria arteria, ma di fatto, soffre ancora di un mancato adeguamento rispetto alle necessità dell'attuale parco auto circolante con conseguenti situazioni di rischio (tanti sono stati gli incidenti mortali). Non da meno, lo spopolamento delle zone interne. Da qui, trovando nuove opportunità solo nelle zone costiere, la popolazione abbandona il proprio paese anche in considerazione delle difficoltà di poter fruire di una direttrice stradale cosi rischiosa ed affollata come la SS650 Trignina.

Altra riflessione invece è quella dell'impatto ambientale che porrebbe la necessità di utilizzare mezzi compatibili per l'attività di movimentazione dell'e-commerce. Occasione questa per porre una pietra miliare per la vera mobilità verde. Per quella che potrebbe, con un progetto visionario, divenire una vera green zone capace di offrire nuovo impulso economico attraverso la re-definizione di un nuovo paradigma turistico ambientale. Pianificazione che meglio definirebbe la vocazione di un territorio che, nel dualismo identitario, sta vivendo un periodo di decadenza industriale e forse cerca un nuovo inizio ed una rinnovata identità e vocazione per proseguire nel cammino del proprio sviluppo economico e sociale capace di trattenere ed attrarre le migliori risorse del paese che sappiano cogliere le sfide del terzo millennio.

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