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Roberta Maria Di Bartolomeo 16 anni - Natale tra Pensieri&Parole: In quella capanna

Piccole fiamme di Creatività. Condivisione di spazi di cuore dei Giovanissimi di Azione Cattolica Parrocchia San Nicola

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E’ ormai notte, il solito frastuono dalla città sembra esser stato spento dal passare delle ore.

Poco tempo fa  ero immersa nel rumoroso via vai della gente,cosi indaffarata e poco attenta,cosi in cerca di qualcosa che ,se gli avessi chiesto di cosa non mi avrebbero saputo rispondere; alcuni mi hanno notata, mi hanno lanciato un sguardo torvo  e con cinico disprezzo, hanno preso per mano i loro figli. Stasera però,mentre un signore dall’aspetto bieco teneva per mano suo figlio, il bambino è riuscito a liberarsi venendo incontro a me e passandomi celatamente una moneta da 50 centesimi augurandomi un Buon Natale.

La panchina su cui poggio è fredda,mi giro più e più volte ,cercando calore nel mio stesso corpo stanco e indebolito; vorrei addormentarmi e sognare un mondo in cui ancora ero qualcuno,ma non ci riesco …

Il rumore delle foglie che si sfiorano al passar del vento mi fa compagnia, la luce fioca che fuoriesce dalle finestre delle case intorno mi accarezza il viso e le lucine di Natale che vestono la città illuminano il mio sguardo. Cerco nel vuoto il lontano ricordo di amore che prima riempiva il mio cuore,le mie mani sole,vecchie e logorate stringono forte la leggera coperta che ho addosso,il mio corpo è sfinito ma la mia mente viaggia e incontra d’ un tratto un temibile ricordo pregno di odio e rancore.

Ero ancora avvolta dalla dolcezza di quel bimbo che mi aveva accarezzato la mano nel porgermi la moneta che  decisi di entrare nel bar vicino il posto dove sostavo per prendere un po’ d’acqua poiché avevo sete da ore.

Uno dei signori seduti li mi scrutò attentamente,osservando nauseato ogni mio dettaglio,poi,dopo aver consumato qualche smorfia ingiuriosa con i compagni di bevuta, mi si mise affianco e urlando, disse:”Possibile che anche in questo periodo venite a cercar soldi? Ci sono dei bambini qui e la presenza di questa vecchia stracciona non è certo un bel vedere!”. Mi avvolsi nella mantella unta e me ne andai cercando di nascondermi il più possibile da quegli sguardi spinosi.

Ancor ora sento su di me gli sguardi colmi di ribrezzo e non riesco a liberarmi dalla vergogna, dalla delusione e dalla rabbia per lo più , verso me stessa e dopo verso quell’ uomo che aveva voluto mortificare me per aver dato fastidio al suo vedere.

Le sue parole risuonano nella mia testa, rimbombano come il suono delle campane che sento da lontano. Sa forse quel signore che se fossi passata di li non tanto tempo fa probabilmente me l’avrebbe offerto lui da bere tanto era piacevole il mio aspetto? Una vita passata a cercare felicità dove mai avrei potuto trovarla.... E mi è rimasto solo il vuoto di tante domande ed il freddo di questa notte d’inverno che però d’un tratto si riempie celermente da una tranquillità profonda portata da una luce accesa … una sagoma si avvicina,pare un giovane e sembra avere qualcosa in mano oltre alla torcia,mi accarezza il volto,con l’ altra mano abbraccia il mio corpo infreddolito,apre il sacco che portava fra le mani tira fuori una coperta di lana e del cibo caldo.

Mentre mangio quel caldo e buonissimo pasto tra le braccia di quell’uomo a me sconosciuto , sento accendersi dentro di me qual cosa ormai spento da anni:penso che questa luce possa chiamarsi speranza…

Vedendomi sovrappensiero l’ uomo mi accarezza il viso e mi dice:”Cos’ hai fatto bella nonnina?Non ti piace il cibo che ti ho portato?”

Rispondo io sottovoce:”no,è tutto perfetto,sento solo un gran freddo…”.

La sua voce è delicata,piena di tenerezza ,le sue mani sono calde,dovrei aver paura forse ma mi sento finalmente al sicuro ; d’ un tratto  mi prende per mano e mi fa alzare in piedi “ dove stiamo andando?” “Fa troppo freddo per te questa notte qui fuori!Ora vieni con me,ti porto nella mia capanna,vedrai,ci sono degli angeli che avranno cura di te”.

Nella sua capanna? Ecco, sono capitata delle mani di un pazzo, ancora una volta mi sono fidata della persona sbagliata...nella mia testa il senso di sicurezza e fiducia fa spazio a paure e mille interrogativi finchè non arriviamo davanti ad una grande struttura,entriamo dentro,è un abitazione modesta ma calda ,vedo intorno a me tanti poveri,vecchi,bambini,donne e uomini giovani ma malridotti dal freddo,ci sono poi delle signore che si distinguono da noi e che danno da mangiare a chiunque ne voglia…

Non era un pazzo,è solo uno di quei sognatori che aiuta randagi per le strade,che raccoglie vecchi scarti di cuore,che non giudica, non addita,non passa oltre ma si ferma.

Nella “capanna” ho trovato un mosaico di colori,di lingue ed età,una somma di ferite,dolori e debolezze,ma anche un'altra possibilità ,forse.

Nella notte più buia della mia vita in quella Capanna per me è accaduto l’ impossibile.

 

 

 

 

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