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Forno crematorio a San Salvo. Anche il comitato civico ambientalista dice la sua

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Il Comitato Civico Ambientalista di San Salvo nutre grande apprensione riguardo al tempio crematorio che l'amministrazione comunale intende realizzare presso il cimitero, a pochissima distanza da una scuola frequentata da bambini della primaria e dell'infanzia e da un supermercato, distante circa 700 metri dal centro storico. Temiamo prima di tutto l'impatto sulla qualità dell'aria poiché ci risulta che durante la cremazione ci sia produzione di inquinanti atmosferici (polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti). Temiamo inoltre eventuali emissioni di mercurio, di zinco, di diossine-furani e di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)” (fonti SNPA, Sistema nazionale protezione ambiente). Oltre alla vocazione industriale San Salvo è un centro a fortissima vocazione turistica: cosa accadrebbe in caso di guasti, che non sono così rari, con eventuali fumate nere in piena stagione estiva? Oltre alla salute pubblica rovineremmo anche l'immagine della cittadina che da anni vanta la bandiera blu d'Europa (titolo che si assegna anche in base alla gestione ambientale) (A Padova nel 2012 si bloccò uno dei forni provocando fumata nera con odore acre, a Bari la stampa definì "scena dell'orrore" l'incidente occorso nel gennaio 2013, a Mantova ci fu un incidente il 31 ottobre 2020, a Domicella solo due mesi fa un guasto con relativa nube di fumo nero ha allarmato la popolazione, ecc) Inoltre immaginando anche l'aumento del traffico veicolare in zona quando il forno entrerà a regime (La cerimonia del commiato prevede, giustamente, la presenza dei parenti) praticamente avremo altri 1000 funerali extra ogni anno che, sommati all'aumento del traffico veicolare che produrrà anche Amazon, e a quello turistico, ci esporranno ad ulteriori emissioni di ossidi di azoto i quali, oltre al superamento dei livelli di NO2, portano in atmosfera alla formazione di PM10 e, durante l’estate, di ozono. Non essendo contrari alla cremazione e poiché siamo consapevoli che diventerà riferimento per tutta la Regione, pensiamo che sarebbe il caso di prevedere il forno in altra sede, assieme ai comuni circostanti.

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