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Dalla Sardegna a San Salvo, l’omaggio a San Vitale di Gisella Mura

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“Nelle sue opere si palesa la presenza di due principi fondamentali, ogni elemento all’ interno di esse è in relazione reciproca di complementarità o di opposizione, che siano i soggetti o l’uso dei colori. Mescola il Sacro e il Profano, l’ Apollineo e il Dionisiaco” questo scrivono di lei i critici e gli storici dell’arte. Di se stessa invece ci dice che il suo intento è quello di dare un’anima ai santi, farli tornare a vivere.

Lei è Gisella Mura, è sarda e dipinge da 23 anni. Laureata all’Accademia di Belle Arti ha all’attivo molte partecipazioni a mostre artistiche di diverso tipo e le sue opere sono inserite in collezioni pubbliche e private. Per un caso fortunato della vita è diventata amica virtuale, insieme a suo marito, di Biondo Tomeo, titolare di un bar del centro di San Salvo. La conoscenza tra Gisella e Biondo è di lunga data e senza nemmeno farlo a apposta, lei è specializzata in arte sacra e lui devotissimo a San Vitale. Con il tempo, soprattutto grazie ai social, l’artista ha ben apprezzato la figura del nostro santo e incuriosita e ispirata si è messa alla ricerca di informazioni su San Vitale.

“Ho cercato notizie online ma c’è davvero poco. Quello di questi santi è un culto molto antico e quindi mi sono sforzata. Ho raccolto tutto quello che sono riuscita a trovare per dare la mia interpretazione del santo rispettando la geografia e il vestiario tipico che ha anche nella statua di San Salvo” racconta parlando del suo lavoro. “Ho trovato notizie nella Legenda Aurea (raccolta di biografie dedicate ai santi risalente al medioevo. N.d.a.) in cui viene raccontato il suo martirio. Il documento inizia con un’invocazione a San Michele Arcangelo, che è il santo protettore del mio Comune. Le due cose si combinavano perfettamente e ho deciso di inserirlo anche nel dipinto” Se si osserva attentamente infatti, ai piedi di San Vitale viene rappresentato un fascicolo con dei fogli a indicare la documentazione che racconta la storia del martirio del nostro santo con, in evidenza, la prima pagina, quella che raffigura il santo a cui è legata l’artista, come per lasciare la sua impronta, la sua firma.

La tecnica utilizzata da Gisella Mura è quella dell’acrilico, la sua firma invece, ciò che rende riconoscibili le sue opere, riguarda i colori. Caratterizzati da“un oro che non è oro, da una brillantezza data proprio dall’acrilico”. Continua parlando del suo lavoro con emozione “alle mie opere cerco di dare un’anima. Quando rappresento i santi voglio renderli vivi perché sono state persone reali, umane. Cerco di raccontare questo anche perché spesso nell’iconografia medievale vengono pietizzati”.

Ma non solo tele, Gisella ha realizzato, sempre raffigurando soggetti sacri, dei murales in giro per alcune città della sua Sardegna. Per il futuro Biondo ha un sogno: portarla a San Salvo e farle realizzare un murales con San Vitale e perché no, anche con San Nicola, i due santi più venerati. L’orgoglio di Biondo è tangibile e tutta la città sarebbe lieta di accogliere un’artista del calibro di Gisella Mura qui, qualora il progetto dovesse concretizzarsi.

 

Foto di Giomix68

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