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Niente 'zona gialla' per tutto aprile e restrizioni per categorie già colpite, il 'no' dei sindaci

Numerosi amministratori dei centri della provincia di Chieti chiedono al Governo di rivedere le proprie scelte

redazione
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Grido d’allarme da un corposo gruppo di sindaci e amministratori comunali, di maggioranza e di opposizione della provincia di Chieti, sulla crisi senza fine che investe il settore nevralgico del turismo e della ristorazione.

Pur comprendendo le ragioni dei divieti finora assunti, la decisione di non prevedere la 'zona gialla' fino al 30 aprile per quei territori con dati epidemiologici in qualche maniera rassicuranti, è giudicata "incomprensibile e fortemente penalizzante per le attività che stanno pagando dazio a questo disagio irreversibile, una crisi acclaratamente economica accanto a quella sanitaria".

E' stato in tal senso elaborato un ordine del giorno che si intende sottoporre all’approvazione dei rispettivi Consigli comunali e porre all'attenzione di chi assume le decisioni.

"Al Sindaco/Presidente Del Consiglio Comunale – ricordando l’istituzione dal 3 novembre 2020 di un sistema differenziato di restrizioni tra le Regioni articolato in tre fasce di rischio, diversamente colorate – si torna a precisare che nella zona gialla, dove erano circoscritti territori a rischio basso, venivano consentite svariate attività in presenza, e in special modo attività di ristorazione e somministrazione fino alle ore 18, pur nel rispetto del distanziamento e delle attività di autocontrollo che tutte le attività hanno comunque implementato nella scorsa estate e prima della seconda e terza ondata.

I firmatari ricordano altresì che con DPCM del 14 gennaio 2021 fu addirittura introdotta una ulteriore fascia di rischio molto basso, fascia denominata “bianca”, dove le restrizioni erano limitate a quelle dell’estate 2020. Ma gli stessi non possono fare a meno di biasimare quanto previsto dal D.L. del 31 marzo art. 1 comma 2, dove è stato stabilito che “dal 7 aprile al 30 aprile 2021 vengono quindi abolite ex lege (per tutto il mese di aprile) le fasce galle” con conseguente permanente chiusura di tutti i servizi alla ristorazione.

Al danno della chiusura, la beffa del c.d. decreto sostegni, con il quale non si riconosce la dignità di vero sostegno a questa categoria, in quanto i ristori previsti sono totalmente inadeguati (ad esempio una attività che ha perso il 60% del suo fatturato di 100.000 € otterrà € 3.000 una solva volta, o ancora ad ulteriore esempio una attività che fatturava 1 milione di € con una perdita di 500.000 € otterrà circa 15/16.000 €).

Dopo oltre un anno una categoria che assicura il 15% del Pil nazionale, ed è economicamente rilevante anche a livello regionale, assiste ad una nuova modifica dei criteri per contenere il contagio da parte del Governo, che getta confusione e incertezza nei settori economici che vorrebbero invece programmare le riaperture. Non è possibile non commentare il divieto di spostarsi per vacanza in Italia e il permesso invece di fare la medesima attività scegliendo una meta estera, oppure l’imposizione di investimenti per la messa a norma dei protocolli, le sanificazioni e il distanziamento che come effetto hanno comunque la riduzione di presenze e coperti, ed altre misure.

Considerato che in regione Abruzzo nelle ultime settimane si è assistito ad un sostanziale calo dei contagi, ma anche dei ricoveri in terapia intensiva, dati che restituiscono un valore RT tra i più bassi da un anno a questa parte e in Italia, eprimendo grande solidarietà alla categoria di ristoranti, bar, alberghi e attività affini di somministrazione alimenti e bevande e si chiede al Governo di rivedere quanto recentemente normato in tema di abolizione delle “fasce gialle”".

Sindaci e Amministratori Comunali di Bucchianico, Casalbordino, Casoli, Chieti, Fara San Martino, Filetto, Francavilla al Mare, Lanciano, Liscia, Monteodorisio, Ortona, Palombaro, Pennapiedimonte, Pollutri, Petroro, San Giovanni Teatino, San Salvo, Taranta Peligna, Tollo, Vasto, Villamagna

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