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Le relazioni pericolose tra obesità e Covid

Uno dei primi studi in Italia è stato curato dai ricercatori della “d’Annunzio”

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E’ stato appena pubblicato su “Frontiers in Endocrinology” (www.frontiersin.org), una delle più prestigiose ed accreditate riviste internazionali del settore, un importante lavoro prodotto dal professor Nicolantonio D’Orazio, ordinario di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate presso il Dipartimento di Scienze mediche, Orali e Biotecnologiche dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, con la collaborazione della dottoressa Maria Alessandra Gammone, assegnista di ricerca presso il medesimo Dipartimento. Si tratta di uno dei primi studi realizzati in Italia sulla dannosa correlazione tra Obesità e COVID-19.

"Negli ultimi mesi - spiega il prof. Nicolantonio D’Orazio - l’emergenza causata dal virus SARS-CoV-2 ha messo in evidenza anche un ulteriore fattore di rischio a cui i pazienti obesi sono maggiormente esposti, determinando un legame che in molti casi può essere fatale: abbiamo analizzato numerosi studi che confermano che le persone affette da obesità corrono un maggior rischio di sviluppare una sintomatologia più severa quando si ammalano di Covid19. Maggiore è l’indice di massa corporea, maggiori sono le probabilità che sviluppi l’infezione in maniera più grave. La pericolosa alleanza fra le due patologie - continua il prof. D’Orazio - è determinata da alcuni fattori predisponenti che sono presenti in chi è obeso, come l’infiammazione cronica di basso grado che aumenta il numero di citochine (molecole ad azione pro-infiammatoria) e diminuisce la reattività del sistema immunitario. In queste persone diventa quindi difficile arginare l’infezione virale da SARS-CoV-2 che oltretutto esaspera la risposta infiammatoria dell’organismo. Inoltre, la presenza nel tessuto adiposo di un maggior numero di recettori dell’angiotensina di tipo 1 e 2, l’enzima utilizzato dal virus per la penetrazione nell’organismo, facilita l’infezione delle cellule umane. L’obesità è inoltre associata a disfunzione endoteliale dei vasi sanguigni che favorisce la formazione di trombi ed emboli, aumentando il rischio di complicanze cardiovascolari nel decorso di Covid-19. Sarebbe pertanto dovere di ogni medico – conclude il prof. Nicolantonio D’Orazio - invitare i pazienti obesi a mettere in atto tutte le misure per ottenere il calo ponderale, al fine sia di prevenire lo sviluppo di ipertensione, diabete e sindromi respiratorie croniche, sia di opporre organismi più sani e immunocompetenti alle possibili aggressioni infettive"

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