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L’AI gioca a poker (e gioca anche bene)

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Il gioco del poker – soprattutto nella sua versione Texas hold ‘em – ha un nuovo campione, sicuramente dotato di tutte le principali doti che contraddistinguono un buon giocatore: intelligenza, rudimenti di statistica, freddezza. Fin qui tutto bene, se non fosse che il giocatore in questione in realtà è un’intelligenza artificiale.

Una sfida per le intelligenze artificiali

Le AI giocano a poker: questa non è esattamente una novità, perché in fondo erano state già giocate delle partite 1 contro 1 tra un’intelligenza artificiale e un giocatore umano, al tavolo da poker. La vera sfida per lo sviluppo delle intelligenze artificiali è stata quella di adattarsi a un contesto in cui l’intreccio di variabili è certamente più fitto, ossia quello di una partita a più giocatori. Il fatto che questo adattamento sia riuscito al punto da decretare la vittoria dell’Intelligenza Artificiale, troverà sempre maggiore applicazione nella variante a 6 giocatori al Texas Hold ‘em giocabile sui migliori casino online non aams o su quelli autorizzati.

Una AI che impara a giocare a poker

Il nome di questa specifica intelligenza artificiale è Pluribus, ed è stata disegnata e programmata dai ricercatori della Carnegie Mellon University, nonché da Facebook. L’idea alla base dei primi stadi di sviluppo del bot, nel dettaglio, è stata quella di permettergli di giocare a poker contro se stesso, così da apprendere in autonomia le regole basilari del gioco. Far interagire un bot con un suo doppio nelle prime fasi di apprendimento è una prassi molto spesso utilizzata per facilitare la crescita del bot stesso nello svolgimento di un particolare compito o ruolo: gli effetti sono stati estremamente positivi, visti i risultati raggiunti nel corso di pochi giorni e diverse migliaia di partite giocate.

Queste partite a poker automatiche hanno permesso a Pluribus di elaborare la migliore strategia in risposta alle diverse variabili che si presentano durante una partita di poker. Cosa ancora più importante, una volta messo a confronto con altri cinque giocatori in carne e ossa, il bot Pluribus ha dimostrato non soltanto di saper rispondere alle loro azioni selezionando dal proprio inventario la reazione migliore, ma anche di saper cogliere eventuali bluff e di poter reagire di conseguenza (a volte anche bluffando a sua volta).

È proprio l’idea di bluff a stupire maggiormente, specie se la si pensa applicata a un’intelligenza artificiale: di fatto, l’AI pone qualsiasi strategia in termini di analisi e statistica e non concepisce il concetto di bluff come lo concepiscono i giocatori professionisti; piuttosto, analizza i comportamenti degli sfidanti scoprendo quale sia la loro interpretazione migliore e – se necessario – contrattacca non con l’intento di ingannare gli avversari, ma con quello di applicare la strategia che, statisticamente parlando, può fruttare di più.

I risultati

In 12 giorni sono state disputate circa 12.000 partite a Poker Texas Hold ‘em, tra l’intelligenza artificiale Pluribus e altri cinque campioni del settore. Agli inizi della ricerca, le premesse per lo sviluppo di AI applicabili al poker non erano delle migliori, visto l’elevatissimo numero di variabili da prendere in considerazione (nell’ordine dei milioni di miliardi). La ricerca e lo sviluppo hanno dato vita invece a Pluribus, che è riuscito a conquistare anche il mondo del poker, sbaragliando la concorrenza umana.

Nello specifico, durante le partite dei 12 giorni di prova, Pluribus ha ottenuto circa 1000 dollari di vincita all’ora, ossia un risultato incredibilmente superiore alla media. Ovviamente, non tutto è stato semplicemente automatico: le intelligenze artificiali si rivelano tendenzialmente più idonee a progettare strategie di vittoria in altri giochi, quali GO e scacchi (dall’approccio molto diverso rispetto a quello che caratterizza il poker); dunque, è stato necessario portare l’AI a giocare guardando più al medio periodo, per una crescita notevole delle possibilità di vittoria, puntualmente verificatasi.

Sembra dunque che si stia delineando un nuovo percorso all’interno del mondo del poker, sia esso online o offline: un percorso in cui non si potrà – come già in alcuni ambiti accade – fare a meno di valutare la potenzialità delle intelligenze artificiali per migliorare il proprio modo di giocare.

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