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Balneatori, protesta a Roma: "Proposta di legge sbagliata nel metodo"

I sindaci di San Salvo e Vasto assieme agli operatori di categoria alla manifestazione organizzata dal Sib

redazione
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Oltre 5.000 gli imprenditori balneari provenienti da tutta Italia, ieri a piazza SS Apostoli a Roma, insieme a politici, molti sindaci, tra i quali quelli di San Salvo e Vasto, e rappresentanti delle Istituzioni regionali e locali, per la manifestazione organizzata dal S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio e FIBA Confesercenti per protestare contro la proposta di legge del Governo inserita nel ddl concorrenza che si propone di mettere a gara le aziende balneari.

“Si tratta di una proposta di legge sbagliata anche nel metodo – ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del S.I.B – perché presentata senza alcuna concertazione con la categoria e senza alcuna condivisione con le Regioni e i Comuni che pur esercitano le funzioni in materia. Ma soprattutto è sbagliata nel merito perché non presuppone una preliminare attività conoscitiva sia dei beni pubblici che delle aziende private ivi insistenti; non prevede alcuna disciplina né periodo transitorio adeguato; non fa salvo gli atti di proroga già rilasciati dai comuni; non tutela il legittimo affidamento e la proprietà aziendale”.

E’ una proposta di legge ingiusta nei confronti di chi, come i balneari - sottolineano i manifestanti -, ha avuto il solo torto di credere ed aver fiducia nelle leggi dello Stato. Inaccettabile che questa parte così importante del turismo italiano rischi di perdere lavoro ed aziende. Incomprensibile che il Governo abbia deciso “di forzare la mano” nonostante la contrarietà delle Organizzazioni sindacali di categoria, la non condivisione delle Regioni e dei Comuni, nonché la situazione di crisi internazionale.

Parti lese di questa proposta sono anche le Regioni e i Comuni, titolari delle funzioni amministrative in materia, che sarebbero le controparti di contenziosi che si prospettano estesi e assai rilevanti con danni colossali. La situazione, è quindi, potenzialmente catastrofica non solo per le aziende ma per le Istituzioni e per l’economia del Paese.

“Ci auguriamo che il Parlamento corregga quello che il Governo ha incautamente proposto", conclude Capacchione.

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