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Il tempo passa... inutilmente

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 Sono ritornato a San Salvo da qualche giorno e, come da mia abitudine, ho ripreso a girare per la città in attesa che, con l’arrivo della prossima estate, me ne andrò a passeggiare in riva al mare.

Uno dei primi inciampi che mi è capitato di subire è stato, ovviamente, l’imbarazzante deserto cementificato in cui è stato trasformata quella porzione di villa comunale ancora interessata dai lavori concentrati, ora, sulla posa di una “secondo me” imbarazzante sequela di panchine in bella mostra, senza alcun riparo dal sole. A proposito di queste panchine, aspetto che siano fruibili per poter fare qualche pertinente, specifica considerazione.

Sempre in villa ho dovuto anche riscontrare (vedi foto) che ancora niente è stato fatto per rimettere in ordine i lampioni danneggiati dall’incendio dello scorso settembre; ne avevo già fatto cenno il 12 dicembre scorso (leggi).

Invece devo segnalare che l’intera città è letteralmente sfigurata (qualche esempio in foto) da orribili tracce ‘rosate’ conseguenti ai lavori per la posa della fibra ottica (trionfalmente magnificata con proclami ufficiali); le ‘cicatrici’ di quei lavori, eseguiti già nello scorso mese di dicembre, sono ancora tristemente visibili, pronte (fra l’altro) a creare anche qualche problema ai pedoni che vi si imbattono.

Così come, sempre a conferma di consolidate abitudini cittadine, non sempre i lavori di ripristino della segnaletica orizzontale vengono tempestivamente e completamente eseguiti, con grave pregiudizio per tutta l’utenza, specialmente per quella pedonale (scomparsa, per esempio, di tanti attraversamenti pedonali… a puro titolo di esempio indico quello all’incrocio fra viale Duca degli Abruzzi e via dei cipressi).

Questa mia ennesima segnalazione (che certamente non è critica gratuita) vuole piuttosto essere soltanto partecipazione costruttiva alla vita cittadina e contributo a chi la amministra.

Quest’ultima nota ha fatto però riaffacciare alla mia memoria certi versi famosi… perché sicuramente ci sarà chi pensa a me come al protagonista del ‘Sant’Ambrogio’ di Giuseppe Giusti… 

Mi piace perciò ricordare ai lettori quei versi, che riproporrò con qualche imprescindibile contestualizzazione (doverosamente evidenziata in grafica):

Vostra eccellenza, che mi sta in cagnesco

per que’ pochi ‘articolucci’ di dozzina

e mi gabella per ‘antisalvanese’

perché metto le birbe alla berlina,

o senta il caso avvenuto di fresco

a me che, girellando una mattina,

càpito in ‘villa di San Salvo’

… Che fa il nesci, Eccellenza? o non l’ha ‘visto?’

Ah, intendo; il suo cervel, Dio lo riposi,

in tutt’altre faccende affaccendato,

a questa roba è morto e sotterrato…

 


 

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