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A proposito dei lavori in sala Leone Balduzzi

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Sulla pagina ufficiale del Comune di San Salvo (24 marzo 2022) si può leggere testualmente:

“L’intervento che ha beneficiato il salone della Porta della terra – spiega il sindaco Tiziana Magnacca – non ha avuto alcun costo a carico dei cittadini di San Salvo. Siamo stati bravi a individuare finanziamenti specifici che ci hanno permesso di usufruire di risorse per circa 50mila euro per migliorare l’edificio dal punto di vista funzionale”.

Mentre ricordo che ‘beneficiare’ è verbo intransitivo, sorvolo sulla già nota e ricorrente propensione all’autocelebrazione (“Siamo stati bravi”).

Desidero, invece, soffermarmi su una affermazione che, nella sostanza, ho già riscontrato in altre dichiarazioni ufficiali. “Secondo me” si tratta di un’enunciazione quanto meno forzata, per non dire tecnicamente inesatta. Parlo di quel “non ha avuto alcun costo a carico dei cittadini di San Salvo”. 

E mi spiego. Quale che sia la fonte del finanziamento per i relativi lavori (Provincia, Regione, Stato, Unione Europea), si tratta sempre e comunque di fondi erogati da una Istituzione al cui finanziamento concorrono anche i contribuenti sansalvesi (sia pure per quota marginale). Pertanto quella affermazione è forzata e imprecisa; anzi capziosa, perché tende a quella che i nostri progenitori latini definivano “captatio benevolentiae”; di fatto una strizzatina d’occhio, un ammiccante slogan (anche in preparazione della prossima campagna elettorale). Ma è, questa, una considerazione che comunque circoscriverei in termini di mera contabilità. 

C’è, invece, un’altra considerazione che mi pare molto più interessante e, per qualche verso, preoccupante. Capisco (ma non condivido!) che la costruzione del consenso è, da sempre, una delle maggiori preoccupazioni di chi si trovi a governare una qualsiasi realtà. Succedeva fin dai tempi dei già citati progenitori latini… qualcuno di loro aveva coniato il motto assai demagogico “panem et circenses” (cit. Satire di Giovenale). 

Ed eccomi all’altra considerazione cui accennavo: menar vanto per aver conseguito risultati i cui costi sono trasferiti ad altri suona quasi come un inno (se preferite un’ode) ispirato da una malcelata aspirazione/vocazione al parassitismo, cioè quella “Tendenza a vivere e agire da parassiti” e cioè… “Persone che vivono senza lavorare, sfruttando le fatiche altrui, o che vivono alle spalle degli altri, senza alcun contributo personale…” secondo la definizione che ne dà il Vocabolario Treccani on line.

Nota a margine: L’orologio posto sull’arco della ‘Porta della terra’ segna ancora l’ora solare! Evidentemente anche l’addetto è “in tutt’altre faccende affaccendato”.

Romolo Chiancone

 


 

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