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Sicurezza sul lavoro, un'emergenza culturale

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La tavola rotonda di ieri sulla sicurezza sul lavoro, organizzata dall'amministrazione comunale di Lentella, ha visto la partecipazione di tanti cittadini, segno della volontà di parlare, discutere di un argomento che spesso riemerge solo dopo le frequenti morti bianche. Tragedie che anche nel nostro territorio si susseguono in un triste stillicidio. Gli ultimi in ordine cronologico, Antonio Splendido, 55 anni di San Severo, operaio edile morto il 30 aprile scorso, travolto dai cavalletti di un cantiere a Montenero nelle vicinanza del centro commerciale Costa Verde; Giovanni Tosone, agricoltore di 57 anni schiacciato dal proprio trattore ribaltato nelle campagne di Villalfonsina. Sono queste le categorie più colpite: l'agricoltura e l'edilizia; quest'ultima ha avuto il suo ultimo tributo di sangue proprio ieri con un morto in un cantiere di Bergamo. Ieri ha avuto inizio anche la campagna elettorale; un inizio diverso dal solito, con al centro un tema così importante e sensibile. A portare la propria testimonianza, Antonio Boccuzzi, l'unico sopravvissuto della Linea 5 nel rogo della Thyssenkrupp, lo stabilimento torinese della nota acciaieria tedesca, in cui perse sette colleghi. Un'inizio diverso e di forte impatto emotivo con la visione del film-documentario La fabbrica tedesca di Mimmo Calopresti. Toccante raccolta di testimonianze che, come in un puzzle, ricostruiscono la vita di quei padri di famiglia, figli, mariti, semplici persone convinte di lavorare quel po' in più per far respirare l'economia della famiglia e che nel lavoro hanno trovato la fine di ogni sogno. Terminata la commossa visione, si sono succeduti gli interventi dei vari ospiti. Tra i più accorati, sicuramente quello di Mario Codagnone, segretario provinciale della CGIL, per primo ha posto l'accento sulla dimensione culturale del problema sicurezza da addurre a vari motivi. Mancanza di formazione in primis, mancanza di stabilità che mina la tranquillità di un lavoratore, urgenze improrogabili nei carichi di lavoro in nome delle quali si ignorano le più basilari norme anti-infortunistica. È intervenuto anche Giandomenico Giovannini, dirigente Laterlite, che parla di una battaglia da condurre soprattutto con corsi di formazione adeguati; quei corsi di formazione che, a causa dei nuovi contratti, spesso vengono saltati a piè pari gettando il neo-assunto in un lavoro che non conosce. Per questo, afferma Giovannini, le aziende devono investire nella programmazione di tali corsi, in modo da creare col tempo una vera e propria cultura della sicurezza. Giovannini, inoltre, ha lanciato anche un altro allarme che in Italia tormenta quasi tutti i settori: la burocrazia. Spesso gli addetti alla sicurezza sono costretti a passare gran parte del loro tempo su carte, leggi e codici sempre più articolati, invece di poter scendere in campo a far vera prevenzione. Infine, ha preso la parola l'onorevole Antonio Boccuzzi. Il suo intervento pone l'attenzione soprattutto sulla questione mediatica delle tragedie sul lavoro. Quella della Thyssen ha catalizzato l'attenzione per varie settimane, ma il dopo è caduto nel dimenticatoio; non si parla più del processo che rischia di essere bloccato con le modifiche proposte all'articolo 10 bis del Testo unico sulla sicurezza dal PDL, non si parla delle modifiche, sempre di questo Governo, che intendono diminuire sensibilmente le pene per i datori di lavoro e affidare i controlli ad astratti enti trasversali (punto toccato anche da Codagnone) togliendoli alle ASL. Come sempre, la morte fa notizia, ma le ragioni della morte, le misure per prevenirla no. Gli interventi di tutti gli ospiti (tra gli altri, Camillo D'Amico capogruppo del PD in provincia e candidato alle prossime provinciali, Agostino Monteferrante, presidente del consiglio provinciale, Arnaldo Mariotti e Carlo Moro, sindaco di Lentella) hanno avuto un importante punto in comune: sicurezza sul lavoro, se ne parla poco. Proprio per questo tale discorso non può e non deve esaurirsi negli appuntamenti pre-elettorali. Anzi, bisognerebbe intraprendere misure concrete per creare finalmente quella cultura della sicurezza che in Italia pare mancare. A questo proposito, D'Amico ha illustrato quali sono stati gli sforzi in questa direzione dell'amministrazione provinciale uscente, soprattutto dal punto di vista dei controlli. Controlli che hanno portato in più casi alla revoca di appalti edilizi a causa del mancato rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza. Lo stesso D'Amico, però, non si è espresso su ciò che concretamente gli attuali candidati si prefiggono in caso di riconferma elettorale. Certamente lo farà nei prossimi impegni, anche perché con i bollettini di guerra quotidiani non ci si può più fermare ai controlli, ma urge una maggiore consapevolezza del problema e un agire comune in tal senso dei datori di lavoro, degli amministratori e degli operai stessi.
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